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Emmanuel Macron e Angela Merkel, adesso è finita davvero: euro-schiaffo senza precedenti, li umiliano

Giulio Bucchi
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Un passo avanti» secondo il presidente dell' Eurogruppo e secondo la Commissione Ue. Ma la proposta franco-tedesco di un bilancio unico per la zona euro resta ancora un progetto di là da venire, soprattutto per l' opposizione di alcuni Paesi del nord, Olanda in testa. È quanto è emerso al termine della riunione straordinaria dell' Eurogruppo allargato a 27 che dovrà preparare il Consiglio europeo di dicembre sulla riforma della zona euro. Il progetto di Parigi e Berlino «è un contributo importante» e può «essere un passo avanti» per raggiungere un accordo al Consiglio di dicembre all' interno del pacchetto di riforma dell' eurozona, ha detto il presidente dell' Eurogruppo, Mario Centeno. Leggi anche: "Uno su 4", il sondaggio tombale per Macron. A casa prima del previsto? «Molte delle idee della proposta franco-tedesca riflettono quelle della Commissione», che l' esecutivo Ue ha messo nero su bianco in vista del bilancio 2021-27, ha rilanciato il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. Francia e Germania vogliono che il bilancio autonomo della zona euro «entri in funzione entro il 2021», ha detto il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo tedesco, Olaf Scholz. Anche il ministro tedesco parla di «passi avanti» e aggiunge che «gran parte del lavoro è stato fatto». Ma l' intesa per ora non sembra a portata di mano e i dubbi di diversi stati membri restano. E a dare voce al dissenso è stato il ministro delle Finanze olandese, Wopje Hoekstra, secondo cui «restano ancora molte questioni da chiarire». «Non sono sicuro che tale proposta sia nell' interesse dei nostri concittadini», ha aggiunto. Secondo fonti Ue, nella discussione dell' Eurogruppo sulle clausole di azione collettiva incorporate nei nuovi bond sovrani emessi dagli Stati allo scopo di facilitare l' eventuale ristrutturazione del debito pubblico di uno Stato, il ministro italiano dell' Economia, Giovanni Tria, si è trovato sostanzialmente isolato nella difesa del sistema attuale che prevede una maggioranza qualificata dei titoli emessi con il nuovo regime (75% dello stock in circolazione nel caso ci sia una assemblea effettiva degli investitori e due terzi se si decide per procedura scritta) e una per ogni singolo titolo (rispettivamente due terzi o 50% dello stock in circolazione). Sul tavolo la proposta di abolire il sistema di doppio quorum per coinvolgere obbligatoriamente la totalità dei titoli in circolazione, facilitando quindi la ristrutturazione del debito. Spagna e Portogallo, che hanno sempre resistito a questa prospettiva, si sono infine dichiarati d' accordo se tale misura farà parte di un pacchetto più complessivo sul bilancio della zona euro. La Francia si è opposta invece all' idea di attribuire nel Trattato tra i governi più poteri all' Esm (il fondo salva-stati) in relazione alla valutazione del debito sovrano.

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