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Immigrati, la "manina" della Merkel sul Global Compact: perché l'invasione serve alla Germania

Matteo Legnani
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Se a rifiutare il patto Onu sull' immigrazione sono i partiti populisti di destra, è lecito pensare che lo facciano per ragioni ideologiche e una contrarietà al multiculturalismo. Ma se a rifiutarlo sono anche esponenti di sinistra, forse vuol dire che il testo ha in sé qualcosa che non quadra. E ancora: se a rigettarlo sono i Paesi mediterranei, si può ipotizzare che lo facciano perché maggiormente esposti all' immigrazione e quindi più costretti all' onere dell' accoglienza. Ma se pesanti critiche all' accordo provengono da politici del Nord Europa, significa che, a prescindere dalla collocazione geografica, quel patto rischia di danneggiare tutti i popoli europei. Facendo gli interessi solo di un Paese. Per avere un' idea più chiara sarebbe bene leggere l' intervista, pubblicata sul giornale tedesco Cicero e ripresa dal blog Voci dalla Germania, a Sevim Dagdelen, deputata di Linke, partito tedesco di sinistra radicale, nonché figlia di immigrati turchi. Intervenendo nel dibattito sul Global Compact for Migration, il testo dell' Onu che intende fissare nuove regole globali sull' immigrazione, la parlamentare tedesca espone le ragioni che hanno portato già alcuni Paesi, come Usa, Ungheria, Austria, Australia, Israele, a uscire dall' accordo; e indotto il nostro Paese, come comunicato da Salvini, a decidere di non firmarlo e di non presentarsi alla conferenza internazionale di Marrakesh dei prossimi 10 e 11 dicembre in cui verrà formalizzato, riservandosi di sottoporlo prima alla valutazione e votazione del Parlamento. La Dagdelen in primo luogo contesta l' immagine della migrazione offerta nel testo, presentata come una «fonte di ricchezza, innovazione e sviluppo sostenibile» senza alcun riferimento alle criticità che la generano, alle soluzioni necessarie per limitarla e ai drammi che essa produce sia nei Paesi di origine dei migranti che in quelli di arrivo. Rilievi in linea con quanto su questo giornale avevamo già sottolineato a proposito del Migration Compact, contestando il suo tentativo di eliminare la distinzione tra migranti economici e rifugiati e il suo appello ai Paesi firmatari a facilitare il cambio di status dei migranti irregolari in regolari. Problemi interni - A questi aspetti già noti, se ne aggiungono un paio ancora più inquietanti. Innanzitutto, a detta della Dagdelen, il patto servirebbe solo al governo tedesco per ottenere una legittimazione giuridica internazionale alla propria politica di accoglienza dei rifugiati. L' esecutivo di Berlino, che ha lavorato alla stesura dell' accordo attraverso il proprio ministero degli Esteri, sarebbe infatti preoccupato «per la carenza di manodopera» e così vorrebbe promuovere «una riedizione della politica del Gastarbeiter», quel processo che attirò in Germania nel secondo Dopoguerra centinaia di migliaia di lavoratori dall' est Europa e dalla Turchia, e che ha incoraggiato nel 2015 la Merkel a spalancare le frontiere ai profughi siriani, qualificati e immediatamente inseribili nel mercato del lavoro. Avendo tuttavia questa iniziativa suscitato insofferenze nell' opinione pubblica tedesca, ora il governo vorrebbe replicarla in modo silenzioso, ragion per cui «in Germania non c' è mai stato un dibattito sul Migration Compact» e a definire il testo dell' accordo è stato solo «l' esecutivo». Il Parlamento tedesco, che ieri ha approvato il patto, si è trovato insomma a votare a giochi ormai fatti. Leggi anche: Angela Merkel demolita da un sondaggio. il 78% dei tedeschi è insoddisfatto della Cancelliera Il secondo elemento raggelante cui si fa cenno nell' intervista è che nel Migration Compact c' è un' indicazione esplicita da parte dell' Onu a limitare la libertà di stampa dei «media che promuovono sistematicamente l' intolleranza, la xenofobia o il razzismo», il che vuol dire tutti quei giornali e tv non allineati al pensiero filo-immigrazione. Costoro, secondo il testo dell' Onu, non dovranno più ricevere sussidi statali. Voi lettori, che siete arrivati in fondo a questo articolo, sappiate che potreste non leggerne altri. Qualora il Migration Compact venisse approvato in Italia, Libero, contrario all' immigrazione di massa, potrebbe essere privato delle sue risorse. E noi giornalisti, ridotti alla fame, magari costretti a migrare altrove... di Gianluca Veneziani

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