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Strasburgo, peggiorano le condizioni di Antonio Megalizzi: il giornalista ora lotta per la vita

Davide Locano
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Tra i feriti nell'attentato a Strasburgo c'è anche un italiano, Antonio Megalizzi, 28enne giornalista radiofonico originario della Calabria. Il ragazzo fa parte dello staff di Europhonica, un progetto radiofonico universitario. L'Unità di crisi della Farnesina è in costante contatto con la famiglia di Megalizzi, partita ieri notte dall'Italia e che ora si trova a Strasburgo. Secondo fonti ospedaliere il giovane è ricoverato in rianimazione: è stato colpito alla testa, è in coma e sarebbe non operabile. Megalizzi si trovava in Francia con i colleghi per seguire l'ultima seduta plenaria dell'anno e mandare in onda la trasmissione su Brexit. A dare notizia del suo ferimento anche europarlamentare Pd Brando Benifei, che è stato informato dalla redazione dove il giornalista lavora. Con il passare delle ore la sua situazione si è aggravata. "Ci hanno detto che Antonio è stato colpito alla testa da un proiettile sparato da quel delinquente. Le due ragazze che erano con lui (la trentina Caterina Moser e Clara Stevanato, veneta e residente a Parigi, ndr) ce l'hanno fatta a scappare, rifugiandosi poi in un locale pubblico. Hanno perso di vista Antonio, perché lui è rimasto a terra", ha spiegato all'Ansa Danilo Moresco, presidente dei ristoratori del Trentino e padre di Luana, la fidanzata di Antonio e candidata per Forza Italia alle ultime elezioni provinciali. Leggi anche: Strasburgo, come è fuggito il sospetto killer Al momento dell'attacco, dunque, Antonio si trovava con due colleghe. Caterina Moser, una di loro, ha scritto su Facebook: "La mattina svegliarsi e preoccuparsi per le calze bucate. Per l'autobus che non passa. Per l'intervista che non si riesce a fare. Per il supporto del cellulare che non hai. Per il montaggio che deve essere fatto in tempi brevi. Per la tesi. Perché piove. O perché fa caldo. O per qualsiasi altra cosa. Ma non conta niente. Non vale niente. Oppure conta tutto, e vale tutto, sorprendendosi vivi".

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