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Papa Francesco, l'affondo brutale ai "cattivi cristiani": meglio atei che stare tutto il giorno in chiesa

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Gino Coala
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L'ultima dichiarazione di Papa Francesco non mancherà di scatenare critiche e polemiche da parte dei suoi sempre più numerosi detrattori. Il pontefice, citando il "discorso della montagna", ha preso le distanze da "quelle persone che vanno in chiesa, magari stanno tutto il giorno in chiesa, e poi vivono odiando gli altri e parlando male della gente". Secondo papa Francesco questo è uno "scandalo: meglio che non vadano in chiesa. Meglio vivere come ateo anziché dare una contro-testimonianza dell'essere cristiani". Poi l'affondo: "Pregare non è parlare a Dio come un pappagallo, scusatemi: no!".  Leggi anche: Vaticano, papa Ratzinger e il quinto anno di silenzio: "Perché non parla più" "Gesù introduce l'insegnamento della preghiera del 'Padre nostro'. Lo fa prendendo - ha sottolineato Francesco - le distanze da due gruppi del suo tempo. Anzitutto gli ipocriti: 'Non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente' (Mt 6,5). C'è gente che è capace di tessere preghiere atee, senza Dio: lo fanno per essere ammirati dagli uomini. La preghiera cristiana, invece, non ha altro testimone credibile che la propria coscienza, dove si intreccia intensissimo un continuo dialogo con il Padre: 'Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto'". "Poi Gesù prende le distanze dalla preghiera dei pagani: 'Non sprecate parole […]: essi credono di venire ascoltati a forza di parole' (Mt 6,7). Qui forse Gesù allude a quella 'captatio benevolentiae' che era la necessaria premessa di tante preghiere antiche: la divinità doveva essere in qualche modo ammansita da una lunga serie di lodi. Tu invece – dice Gesù –, quando preghi, rivolgiti a Dio come un figlio a suo padre, il quale sa di quali cose ha bisogno prima ancora che gliele chieda (cfr Mt 6,8). Potrebbe essere anche una preghiera silenziosa, il 'Padre nostro': basta in fondo mettersi sotto lo sguardo di Dio, ricordarsi del suo amore di Padre, e questo è sufficiente per essere esauditi. Che bello pensare - ha concluso il Santo Padre - che il nostro Dio non ha bisogno di sacrifici per conquistare il suo favore! Non ha bisogno di niente, il nostro Dio: nella preghiera chiede solo che noi teniamo aperto un canale di comunicazione con Lui per scoprirci sempre suoi figli amatissimi".

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