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Olanda, stuprata da bambina a 17 anni sceglie l'eutanasia: "Respiro ma non mi sento più viva"

Teresa Pica
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Noa Pothoven, appena 17 anni, olandese, ha scelto di morire piuttosto che continuare a sopportare le sofferenze psichiche e fisiche provocate da una serie di stupri subiti da bambina. Tre le violenze a cui la 17enne aveva dovuto far fronte. La prima all'età di 11 anni durante la festa di una compagna di scuola, poi di nuovo a una festa per adolescenti. A 14 anni un'aggressione e una violenza in strada da parte di due uomini. Una vicenda straziante. Prima di ricorrere allo strumento dell'eutanasia Noa aveva provato di tutto pur di sconfiggere i suoi traumi e le sue paure. Si era sottoposta a cure mediche, terapie, sedute di psicoanalisi, aveva iniziato a praticare svariate attività sportive ma la fortissima depressione, l'anoressia, i continui attacchi di panico avevano trasformato la sua vita in un calvario così Noa ha scelto di morire. Cinque giorni fa aveva pubblicato su Instagram l'ultimo post: una sua foto, un lungo messaggio e un saluto che si conclude con una faccina che manda un bacio e le parole "con amore, Noa". Leggi anche: 30 anni fa il massacro di piazza Tiananmen in Cina "Un triste ultimo post, ho pensato a lungo se lo avrei dovuto condividere qui, ma alla fine ho scelto di farlo", scrive nel suo testamento social. "Vado dritta al punto: entro massimo 10 giorni morirò. Dopo anni di lotte, la lotta è finita. Ho smesso di mangiare e di bere e dopo difficili confronti è stato deciso che potrò morire perché la mia sofferenza è insopportabile. Non cercate di convincermi che sto sbagliando, questa è la mia decisione ed è definitiva". E così domenica scorsa Noa è morta, a casa sua, nel suo salotto con al fianco i suoi genitori, sotto l'assistenza medica fornita da una clinica specializzata. Nei Paesi Bassi, il diritto all'eutanasia è stato introdotto nel 2001. La cosiddetta "legge per il controllo della morte volontaria e per l'assistenza al suicidio" autorizza l'eutanasia a partire dal dodicesimo anno di età, ma solo dopo che un medico abbia certificato che la sofferenza del paziente è insopportabile ed incurabile. La legge prescrive che le richieste debbano essere fatte in condizioni di piena lucidità e non sotto l'effetto di droghe o sostanze alcoliche. Le richieste presentate da minorenni necessitano inoltre l'esplicita autorizzazione da parte dei genitori.

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