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Coronavirus, la testimonianza dei 9 italiani rimasti a Wuhan: "Quando le autorità ti sentono tossire..."

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Nella città fantasma di Wuhan, città focolaio del coronavirus, sono almeno 10 milioni gli abitanti in quarantena. La maggior parte dei nostri connazionali è rimpatriata in Italia e si trova in isolamento alla Cecchignola. Tuttavia c'è chi, nonostante il pericolo costante, ha deciso di rimanere a Wuhan. Si tratta di 9 italiani, sentiti dal Corriere della Sera. Sono due manager d'impresa, una professoressa universitaria, quattro studenti, uno chef e un dottorando. La "rappresentativa" italiana a Wuhan ha creato un gruppo Whatsapp, per condividere la solitudine di questi giorni in isolamento. Per approfondire leggi anche: Coronavirus, Wuhan città maledetta: quando nel 1911 fu focolaio di un altro "virus" Mentre il dottorando è relegato in casa per scrivere la tesi di dottorato da ben prima dello scoppio del virus, gli italiani di Wuhan hanno parlato con il Corriere. Tra questi c'è Sara Platto, docente universitaria da sette anni in Cina, che si mostra ottimista sulla riapertura dei servizi a Wuhan. Uno dei due manager, invece, parla dell'utilità del gruppo Whatsapp dal nome "The Survivors": "Ci passiamo anche informazioni importanti, come il detersivo migliore per disinfettare, dove trovare le maschere", afferma. E nella stessa chat si legge di metodi delatori utilizzati dalle autorità cinesi: "Per individuare i contagi ora usano metodi spicci, comprese le informazioni dei vicini di casa... ti sentono tossire e...".

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