Coronavirus, l'Oms non crede più alla Cina: "Esulta per il calo dei contagi? Serve cautela, è troppo presto"
L'Organizzazione mondiale della sanità smonta l'entusiasmo della Cina, alla quale ormai non crede più nessuno sui dati riguardanti il coronavirus. Il Partito comunista esulta perché il numero di contagi fuori dalla provincia di Hubei (dove ci sono 60 milioni di persone rinchiuse in casa, ndr) è calato per il tredicesimo giorno consecutivo. Ma a frenare è il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus: "Serve cautela, è troppo presto per dire se questo calo segnalato continuerà". Per approfondire leggi anche: Coronavirus e aviaria, cosa non torna in Cina Per ora l'unica vera buona notizia riguarda il fatto che il coronavirus "sembra non essere mortale come altri, tra cui Sars e Mers", mentre "oltre l'80% dei pazienti diagnosticati ha una malattia lieve e guarirà". Per la Cina invece ci sono "segnali estremamente buoni" e "la prevenzione è efficace", ma intanto è morto a Wuhan il primario dell'ospedale Wuchang, dove una settimana fa era deceduta a causa del coronavirus anche un'infermiera. Tra l'altro il Partito comunista si sente così tanto al sicuro che sta pensando seriamente di rinviare il congresso previsto a marzo e intanto sta valutando il divieto di commercio e uccisione a scopo alimentare di animali selvatici.