Cerca
Logo
Cerca
+

Ucraina, Yanukovitch: "C'è l'accordo". La Francia: "Non è definitivo"

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

A piazza Maiden, a Kiev, si alza ancora il fumo, si contano i cadaveri (leggi la cronaca). Più di cento, secondo le ultime stime. L'esito sanguinoso di quella che, di fatto, è la guerra civile ucraina. Nella notte, però, potrebbe essere arrivata una svolta: l'accordo tra la presidenza ucraina e i ministri dell'Ue, la trojka franco-polacca-tedesca arrivatà giovedì a Kiev per mediare tra governo e opposizione. IMMAGINI FORTI. Possono urtare la vostra sensibilità Per le strade di Kiev: morte e devastazione Guarda il video su Liberotv Notizia e frenata - I negoziati sono proseguiti per tutta la notte, per chiudersi all'alba di venerdì 21 febbraio. La notizia è stata riferita dal ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, sul proprio profilo Twitter, che però non ha precisato l'esito dei colloqui. Notizie in merito invece arrivano dal presidente Viktor Yanukovitch: "C'è l'accordo". La Francia, però, col ministro degli Esteri frena: "Nulla di definitivo fino in tarda mattinata, serve cautela e l'opposizione deve consultarsi". I dettagli - L'accordo prevederebbe - svela la tv ucraina - elezioni anticipate, un governo di coalizione e una riforma costituzionale. Yanukovich si sarebbe detto pronto a fare "concessioni per far tornare la pace". L'impasse, nel Paese, dura ormai da tre mesi. Le trattative, ha spiegato già nella serata di giovedì il ministro polacco Sikorski, sono state "dure, difficili. Sono stati fatti dei progressi ma restano importanti divergenze". Ora si attende la conferenza stampa del governo ucraino per spiegare l'eventuale accordo. Le defezioni - In Ucraina, piagata dal sangue e dalla morte, il supporto per il presidente si fa sempre più esiguo. Giovedì il sindaco di Kiev ha annunciato che lascerà il partito delle Regioni per il "bagno di sangue" che c'è stato in piazza. Anche il vice capo di Stato maggiore, Yury Dumansky, si è dimesso "in disaccordo con la decisione di trascinare l'esercito in un conflitto interno".

Dai blog