Contrordine, compagni: se sono inglesi
le politiche giovani e sexy ci piacciono
Brave, preparate e in alcuni casi talmente sexy da arrivare alla finale di Miss Giamaica: il corrispondente del Corriere della sera da Londra, Fabio Cavalera, offre ai suoi lettori nell'edizione in edicola oggi una galleria della “New Tories”, le nuove conservatrici che alla stile sobrio e serioso di Margaret Thatcher ne preferiscono uno alla moda, giovane e, appunto, sexy. Tant'è che, fa intuire il Corriere, si può parlare di rivoluzione culturale scorrendo i nomi delle probabili candidate alle prossime elezioni parlamentari. Rivoluzione politica a Londra, ciarpame in Italia, perché a leggere alcuni curriculum delle novelle conservatrici sembra di tornare alle polemiche di casa nostra per le candidature alle Europee delle “veline” da parte del Pdl. “Fra le vecchie glorie della destra britannica c'è chi storce il naso”, scrive Cavalera e allora l'analogia sembra ancora più forte: nessuno può dimenticare le polemiche sollevate dalla fondazione finiana Fare Futuro che avrebbe preferito candidate più “dure e pure” invece di attrici di fiction come Barbara Matera o ex gieffine alla Angela Sozio, poi esclusa dalle liste finali. Un nome su tutti: tra le giovani Tory spunta quello di Liza Chantelle, 23 anni, ex laburista convertita al conservatorismo da David Cameron, leader del partito, e dall'euroscetticismo. È lei la finalista di Miss Giamaica che oggi lavora per “Conservative Future”, una sorta di federazione giovanile di casa nostra. Il Financial Times l'ha soprannominata “la Paris Hilton dei conservatori” e lei, nera di colore, ha risposto che “il sex appeal non è da buttare via”. L'avesse detto una delle famose veline berlusconiane, qualcuno avrebbe commentato che, così dicendo, si sarebbe sminuita l'immagine delle donne, costrette ad essere belle per avere un posto in Parlamento. Oppure c'è Louise Bagshawe che, stando alla corrispondenza del Corriere, ha ottenuto un posto da candidata presentandosi così alla leadership del partito conservatore: “Ho venduto 2 milioni di copie di libri, ho un pubblico al 90% femminile, so come si parla alle donne e sarei utile alla causa”. Una rivoluzionaria autrice di romanzi rosa che, fosse appartenuta all'harem di Berlusconi, sarebbe stata sormontata di critiche e pettegolezzi da una Concita De Gregorio qualunque. O ancora, Annunziata Ress-Mogg, giornalista del Daily Telegraph e figlia di un ex direttore del Times. Se Berlusconi candidasse una firma rosa di un telegiornale Mediaset, in Parlamento riesploderebbe immediatamente il conflitto d'interessi. Se invece lo fanno gli altri, si tratta solo di una rivoluzione politica di una nazione culturalmente migliore alla nostra. Dario Mazzocchi