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Mark Rutte avvisa Conte e l'Italia: "Imparate a fare da soli", il braccio di ferro con i paesi frugali

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Mark Rutte si è guadagnato il nomignolo di Dottor Strarigore in quanto ritenuto il leader dei quattro “Paesi frugali” che non hanno alcuna intenzione di concedere aiuti assistenziali a chi è stato maggiormente colpito dal coronavirus. “Il mio rapporto personale con Giuseppe Conte - svela il premier olandese a 7, il magazine del Corsera - è forte e amichevole. L’impatto della pandemia per l’Italia è stato enorme, sia in termini di vite umane che di danni all’economia. Lo capiamo e per questo dobbiamo essere pronti ad aiutare l’Italia, ma anche altri paesi come la Spagna per esempio, a superare la crisi economica. Dobbiamo farlo per spirito solidale, ma anche perché io credo che un’Europa forte sia nell’interesse di tutti. E questi significa anche un’Italia forte”.

 

 

Belle parole, ma nella sostanza Rutte non ha alcuna intenzione di dire sì ai contributi a fondo perduto: la sua linea è chiarissima, i prestiti sono ritenuti la forma migliore, nonché l’unica per aiutare l’Italia. “Ammiro ciò che fa Conte - aggiunge il premier olandese - cercando di varare un pacchetto di riforme mirate ad aumentare la produttività e la competitività dell’Italia, incluse misure impopolari. È un buon inizio e spero prosegua perché è cruciale che la prossima volta l’Italia sia in grado di rispondere a una crisi da sola”. Poi l’ennesimo chiarimento sui prestiti al posto degli aiuti a fondo perduto: “Un sistema di prestiti è molto più logico. Anche quelli sono aiuti. E dalle analisi della Commissione sappiamo che la sostenibilità del debito di Italia e Spagna non sarà diminuita da nuovi prestiti. Insistiamo anche perché ci si concentri sull’aumento della competitività e della resilienza dei paesi che li ricevono”. 

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