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Donald Trump positivo al coronavirus? La vergogna della sinistra che esulta con la Cina

Paolo Tommasi
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Il Covid di Donald Trump è per gli Usa un problema di sicurezza nazionale e di mercati finanziari, con Wall Street scivolata in territorio negativo a causa dell'aumentata incertezza sul voto del prossimo 3 novembre. Più che per la campagna elettorale, alla Casa Bianca sono preoccupati dagli scenari che il tampone positivo ha aperto sul dove e come il Presidente potrà svolgere il suo ruolo di capo di Stato e di governo e di comandante in capo delle forze armate della più grande democrazia del mondo. Si applicano i protocolli delle malattie invalidanti? Quelli degli attacchi terroristici? Oppure, ancora, è come se fosse scoppiata una guerra?

A chi sarà affidata la scheda dei codici nucleari, il famoso "biscotto"? Dove trascorrerà la quarantena il Presidente? Può restare alla Casa Bianca o deve essere trasferito in uno dei luoghi super protetti, ma segreti, tra bunker sotterranei, Pentagono e Camp David come si fece con George W. Bush l'11 settembre 2001 dopo l'attentato alle torri gemelle? In tal caso, come verrà trasportato in un posto più sicuro? Non era mai successo che il Presidente Usa non potesse avere contatti con nessuno, dallo staff alla pubblica sicurezza, per almeno dieci giorni. Da qui l'allerta anche al Tesoro Usa, dove il ministro Steve Mnuchin è risultato negativo, al National Economic Council, diretto da Larry Kudlow, e al Congresso al fine di accelerare l'approvazione di un ulteriore pacchetto di stimoli per far fronte all'emergenza economica scatenata dal Coronavirus. Ed è subito allarme. Nonostante Donald Trump presenti, al momento, solo sintomi lievi, si è preferito optare per il ricovero in ospedale. Il presidente «lavorerà per qualche giorno» dal Walter Reed Hospital, dove è stato trasportato a bordo di un elicottero, ha fatto sapere ieri la Casa Bianca.

 

LA COSTITUZIONE
Ma negli uffici esecutivi della West Wing e dell'Eisenhower Building, tra i vertici dell'amministrazione rimbalza il testo del venticinquesimo emendamento della Costituzione americana: «In caso di impossibilità del Presidente di adempiere alla propria funzione, poteri e doveri passano in capo al Vice Presidente». Ma c'è oggi questa «impossibilità» di Trump? E se si presentasse in futuro con un aggravamento dell'infezione? Sempre secondo la lettera del venticinquesimo emendamento, il Presidente potrebbe trasferire volontariamente i propri poteri oppure essere dichiarato "inabile" dal Vice Presidente insieme con la maggioranza dei quindici principali membri del governo.

Dove non è arrivato l'impeachment è arrivato, dunque, il virus, con la Cina - per bocca del direttore del Global Times, organo ufficiale del Partito comunista - e la speaker della Camera Nancy Pelosi che, in maniera neanche troppo velata, esultano per la notizia: se l'è cercata, è la sintesi dei ragionamenti di entrambi. E con lo staff di Joe Biden a lamentarsi della presenza della famiglia Trump al dibattito di martedì sera a Cleveland, dove c'erano ospiti anche del candidato democratico e l'infezione non era ancora in corso, come hanno dimostrato i tamponi negativi di Ivanka, del marito Jared Kushner ma anche del vice Presidente Mike Pence, della sua sfidante Kamala Harris e dello stesso Biden con la moglie. Da qui la domanda: come reagiranno gli elettori al cinismo degli avversari e alla "umanizzazione" di un Presidente che si è sempre presentato come un super eroe?

 

Se dovesse battere il virus, la sua narrazione uscirebbe rafforzata dall'incidente: ha avuto la capacità di sconfiggere anche un nemico così temuto, ha di sicuro la forma fisica necessaria per guidare l'America. E Donald Trump è un campione nel volgere a proprio vantaggio anche gli eventi più nefasti. Mentre si ricomincia a fare strada l'eventualità di rinviare la data del voto di novembre, da svolgere in ogni caso entro il 20 gennaio 2021, quando comincerà ufficialmente il nuovo mandato presidenziale, salvo spostare in avanti anche questa data. In entrambi i casi servirebbe un accordo bipartisan al Congresso per ottenere le maggioranze richieste per modifiche così rilevanti, ma i democratici non sembrano disponibili. 

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