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Donald Trump, la rivincita dopo il ko al voto: 100 milioni di dollari per avere la sua storia

Andrea Morigi
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Più i social network fanno a gara per censurarlo, più salgono le quotazioni di Donald Trump. Tanto che, nonostante una serie di biografie non autorizzate scritte da antipatizzanti, alcuni grandi editori avrebbero già avanzato al presidente degli Stati Uniti attualmente in carica offerte di contratti stellari per scrivere la sua biografia. Persino per un miliardario, cento milioni di diritti d'autore - questa la cifra che circola, relativa solo all'anticipo - non sono trascurabili, visto che gli affari del magnate americano di certo non hanno prosperato nell'ultimo quadriennio, nel quale egli ha governato dalla Casa Bianca.

Fra l'altro, il 45° capo dello Stato ha deciso di rinunciare ai 400mila dollari l'anno previsti come stipendio. Insomma, bisognerà rimettere a posto le finanze, soprattutto nell'ipotesi di un secondo mandato. I record di vendite delle opere precedenti del tycoon, The America We Deserve ("L'America che ci meritiamo", uscito nel 2000), Time to Get Tough: Making America #1 Again ("Tempo di essere duri: Rendere l'America di nuovo la n. 1", pubblicato nel 2015) Crippled America: How to Make America Great Again ("America paralizzata. Come rendere di nuovo grande l'America", edito nel 2015), alimentano le speranze delle case editrici di incappare in un altro best seller come Think Big and Kick Ass. In Business and in Life ("Pensa in grande e calci in culo. Negli affari e nella vita", del 2007).

INDAGINI DI MERCATO
«Indipendentemente dalle prroprie convinzioni politiche, ogni americano ha vissuto l'esperienza personale di un terremoto che ha cambiato Washington dall'interno», spiega all'Associated Press Daisy Blackwell Hutton, della casa editrice Center Street, azzardando una previsione: «Negli anni a venire si pubblicheranno libri sulla sua presidenza e il movimento conservatore in generale e Center Street intende assolutamente essere un leader in quell'area». Il denaro, comunque, non è tutto nemmeno per Trump, che per poter primeggiare anche in campo editoriale dovrebbe assicurarsi la legittima soddisfazione di vedersi valutato più dei predecessori, in una classifica che vedrebbe Barack Obama (insieme alla moglie Michelle) secondo con royalties da 67 milioni, cifra che gli ha consentito di acquistare, per 14 milioni di dollari, una delle residenze più esclusive di Martha' s Vineyard, l'isola che ospita anche la villa dei Kennedy.

 

 

Non soddisfatto del successo, fra l'altro, il 17 novembre il primo presidente di colore degli Stati Uniti dovrebbe vedere le prime copie stampate del suo nuovo A Promised Land, "La Terra Promessa". Molto staccati, Bill e Hillary Clinton con 24 milioni e George W. Bush con 10. unA TV repubblicana L'incognita sul risultato delle elezioni presidenziali, intanto, crea ancora maggiore attesa. E sembra che Donald abbia anche altri progetti, fra i quali la creazione di una nuova emittente tv online, un canale digitale fruibile in streaming, che sarebbe più economico e più veloce da avviare di una tv via cavo. Per quanto orientata verso i conservatori, FoxNews non ce la fa più da sola a reggere la concorrenza di Cnn, Abc e Cbs, i network infeudati ai Democratici. Anzi, ormai sembra che la tv di Rupert Murdoch stia cedendo agli avversari. Alla Casa Bianca, ormai, la vedono come il fumo negli occhi. Sembra che Jared Kushner, il genero di Trump, abbia telefonato, ms senza successo all'editore per lamentarsi della notizia dell'assegnazione dell'Arizona a Joe Biden. Perciò adesso lo sfideranno, in stile western, facendogli concorrenza. Del resto, 70 milioni di elettori Repubblicani statunitensi sono un mercato appetibilissimo anche per la pubblicità. Gli affari sono affari, anche in politica.

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