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Coronavirus, il metodo di Angela Merkel: ecco perché in Germania si muore di meno

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In Germania il tasso di contagio rimane intorno a 0,9. Questo dimostra che la Repubblica Federale, uscita a testa alta dalla prima ondata della pandemia, continua ad avere un modello efficace contro il Covid-19. Lo evidenzia il Corriere della Sera che parla di, "una felice combinazione di test di massa, forte attrezzatura ospedaliera e flessibilità della governance grazie al federalismo" riferendosi appunto alla prima ondata. Ma anche la Germania, dopo che i tedeschi tornati a casa dalle vacanze si sono rivelati il principale innesco della nuova ondata, sta affrontando questa nuova emergenza e, a differenza dell'Italia di Conte, con buoni risultati.

 

 

Anche perché in Germania di Covid-19 si muore di meno che altrove. Sin dall’inizio sono stati decisivi i tamponi, che a marzo venivano effettuati a 160 mila la settimana, a maggio erano saliti a 400 mila. Ai primi di ottobre i tamponi erano oltre un milione la settimana, oggi 1,6 milioni. Poco meno del 7% risulta positivo. In Germania ci sono 1.925 ospedali con circa 500 mila posti letto. I posti di terapia intensiva, che all’inizio della pandemia erano 28 mila, ora sono circa 40 mila di cui 30 mila con respiratore. Fondamentali, infine, i quasi 380 Gesundheitsämter, equivalente delle nostre Asl (che però sono appena un centinaio). Sono serviti a raccogliere i dati e soprattutto a tracciare i contagi: a maggio ci lavoravano 17 mila persone, in agosto 22.900. Infine il governo federale ha accompagnato il nuovo lockdown soft, che è molto simile a quello che c'è ora in Italia voluto dal governo Conte, con un pacchetto di ammortizzatori di altri 10 miliardi di euro, che potrebbero arrivare a 15 e andranno alle aziende colpite dalle chiusure. Ecco spiegato i numeri migliori della Germania della Merkel rispetto a quello fatto dal premier Conte,

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