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Donald Trump, un'accusa gravissima: "Il Pentagono ha detto no". Assalto al Parlamento, scenario da golpe

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“La polizia e i militari Usa hanno confuso il giuramento di fedeltà alla patria con quello al presidente”. Così Umberto Rapetto ha sollevato enormi dubbi su quanto accaduto ieri a Capitol Hill, con migliaia di sostenitori di Donald Trump che hanno preso d’assalto il Congresso e sono riusciti a entrare, seminando il panico anche grazie a un intervento molto blando da parte delle forze dell’ordine. Le quali addirittura sono state accusate di connivenza, dato che sono a disposizione di tutti i video in cui i poliziotti spostano le transenne per far partire l’invasione trumpiana e poi addirittura qualcuno si fa i selfie con i manifestanti. “Quanto il Congresso ha chiesto l’intervento della guardia nazionale il Pentagono iniziale ha risposto no - ha svelato Rapetto - perché gli swat hanno tardato a manifestarsi? La zona del Campidoglio non è stata preventivamente isolata?”. Nel frattempo i democratici hanno assicurato che salteranno molte teste dopo l’incredibile falla di sicurezza: solitamente basta salire anche solo uno scalino che porta al Congresso e si viene arrestati all’istante, invece al termine dell’insurrezione sono avvenuti appena 52 fermi. Il deputato Tim Ryan è uno dei più accaniti si questo argomento: “Ci sono persone che saranno senza lavoro molto, molto presto. Quello di ieri è stato un tentativo di colpo di stato”. Come lui altri democratici sono convinti che gli agenti abbiano aiutato i manifestanti, o almeno non li hanno intralciati nel loro intento di assaltare il Parlamento americano. 

 

 

 

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