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Mosca sfida la Nato:

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pronti a farne a meno

Dario Mazzocchi
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Mosca - Sono parole pesanti quelle il presidente russo, Dmitri Medvedev, ha pronunciato in merito ai rapporti tra Mosca e la Nato. “La Russia sopravviverà alla possibile decisione della Nato di ostacolare le relazioni tra Mosca e l'Alleanza atlantica”, ha detto dopo aver incontrato l'inviato della Russia alla Nato, Dmitri Rogozin. “La Nato ha più interesse della Russia alla cooperazione. Se non ha intenzione di cooperare, per noi non ci sarà niente di terribile”, ha continuato Medvedev. “Prenderemo le decisioni che saranno opportune, in caso di rottura delle relazioni”. Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, è intervenuto nella discussione delle ultime ore, affermando in una conversazione al telefono con il collega russo Serghei Lavrov che è essenziale che la Russia fornisca aggiornate e puntuali informazioni sui tempi e modi della completa attuazione del piano di pace concordato tra il presidente francese Sarkozy ed il presidente russo Medvedev. Secondo quanto riferito dalla Farnesina, Frattini ha tra l'altro sottolineato come la convocazione di un Consiglio europeo straordinario da parte della presidenza francese, per il primo settembre, rappresenti la conferma dell'impegno dell'Unione per la ricerca di una soluzione equilibrata alla crisi. Ossezia del Sud e Abkhazia - Il Consiglio della federazione russo, l'equivalente del senato, ha approvato all'unanimità l'appello che il Cremino ha rivolto al Parlamento per il riconoscimento dell'indipendenza di Ossezia del Sud e Abkhazia, con i leader delle due repubbliche separatiste che sono intervenuti alla riunione. Eduard Kokoity, sudossetano, ha dichiarato che “Ossezia e Abkhazia hanno motivi più forti, sia dal punto di vista giuridico che politico, all'indipendenza di quanti ne abbia avuto il Kosovo”. L'abkhazo Serghei Bagapsh ha chiaramente detto che le due regioni non “vivranno mai più con la Georgia nello stesso stato”. A parlare è stato anche il presidente della Duma, Boris Grizlov, secondo il quale anche la camera bassa del Parlamento russo approverà l'appello del capo di Stato Dmitri Medvedev. Lo ha fatto interevendo ad una mostra fotografica sulle conseguenza dell'attacco georgiano dal titolo “Ossezia del sud: cronaca di un genocidio”. Per Grizlov il blitz di Tbilisi è da paragonare all'attacco tedesco nel 1941 contro l'Unione sovietica. Poi la promessa ai due leader separatisti di riconoscere l'indipendenza. Nei giorni scorsi i popoli dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia si erano espressi con un referendum con maggioranze bulgare in favore della secessione. “Non riesco a vedere l'importanza di questa decisione nè l'effetto che essa avrà, da un punto di vista legale, sull'avvenire di Abkhazia e Ossezia del sud”, ha commentato il ministro la Reintegrazione georgiano, Tremur Iakobashvili aggiungendo che un riconoscimento di questi territori da parte della Russia “sarà il tentativo di legalizzare il risultato di una pulizia etnica”.

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