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11 settembre, i tre funzionari sauditi sotto torchio vent'anni dopo: clamoroso a New York, l'ultima pista sull'attentato

Torri Gemelle

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Tre funzionari sauditi sono stati interrogati su Zoom in un'aula di giustizia di New York dagli avvocati che rappresentano le famiglie delle vittime dell'attentato dell'11 settembre 2001, perché forniscano elementi sui legami ancora non provati tra le autorità di Riyad e i dirottatori, 15 dei quali erano appunto sauditi. Anche se le autorità saudite hanno sempre negato di aver avuto un ruolo negli attentati dell'11 settembre nei quali persero la vita tremila persone. 

 

 

Riporta il Fatto quotidiano che secondo una dettagliata corrispondenza da Washington del Guardian, le famiglie delle vittime intendono provare che funzionari sauditi aiutarono almeno due dei kamikaze dell'11 settembre, Khalid al-Mihdhar e Nawaf al-Hazmi, che prima dell'attacco vissero in California, e che furono assistiti da un diplomatico saudita a Washington. Per ora le informazioni restano segrete ma le famiglie sperano che l'amministrazione Biden riveli degli elementi delle indagini in corso, a differenza dei tre presidenti che lo hanno preceduto. Trump infatti era legato alla famiglia reale saudita, e in particolare al principe ereditario Mohammad bin Salman, l'uomo dietro l'eliminazione del giornalista dissidente Jamal al-Khashoggi; mentre Biden ha preso le distanze da MbS.

 

 

Ora si spera che gli interrogatori possano fornire delle prove che colleghino il governo saudita agli attentati dell'11 settembre. La tesi degli avvocati dei familiari delle vittime è che, senza una rete di supporto in loco, gli attentatori, che non parlavano inglese e non sapevano muoversi negli Stati Uniti, non avrebbero potuto studiare come pilotare un aereo e realizzare i loro piani. Resta da stabilire se la rete di supporto fosse sostenuto dal governo saudita. Intanto, il New York Times ha rivelato che quattro sauditi che parteciparono nel 2018 all'uccisione di Khashoggi ricevettero addestramento paramilitare negli Stati Uniti l'anno prima, sulla base d'un programma approvato dal Dipartimento di Stato. 

 

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