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Afghanistan, il fattore K dell'Isis: "Annegare nel sangue Usa e talebani", cosa c'è dietro gli attentati all'aeroporto

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"Annegare nel sangue la Casa Bianca e i nuovi signori di Kabul, sconvolgendo subito, sia politicamente che militarmente, il fragilissimo equilibrio creatosi tra americani e talebani": sarebbe questo il movente degli attentati in Afghanistan, che sono costati la vita ad almeno 40 persone (tra cui diversi bambini e 10 militari americani), ferendone più di cento. Attentati dietro cui sembra proprio che si celi il fattore K dell'Isis. Si tratta dello stato islamico della provincia del Khorasan ed è il gruppo affiliato all’Isis in Afghanistan.

 

 

 

Il gruppo del Khorasan, territorio al confine afghano con il Pakistan, è quello che non solo ha firmato, dal 2015 in poi, tutti i principali attentati a Kabul, ma è anche quello che negli ultimi sei anni ha conteso ai talebani il monopolio delle operazioni terroristiche contro obiettivi militari e civili all’interno del Paese. La loro convinzione, infatti, è che l'etnia Pashtun, quella dei talebani, sia religiosamente “impura” e politicamente compromessa con l'America. 

 

 

 

Quello tra gli "studenti coranici" e i combattenti del Khorasan, comunque, è un odio reciproco. Tant'è che il 15 agosto, quando Kabul è caduta definitivamente nelle mani dei talebani, l'unico detenuto messo in libertà e giustiziato è stato Abu Omar Khorasani, uno dei comandanti di vertice dell’IS nel sud-est asiatico, in carcere da un anno dopo essere stato arrestato dalla polizia dell’allora governo Ghani. L'obiettivo dell'Isis adesso, come scrive Repubblica, sarebbe quello di "innescare sul terreno una reazione a catena dagli esiti difficilmente prevedibili".

 

 

 

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