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Afghanistan, Henry Kissinger e la lezione alla Casa Bianca: "Hanno sbagliato tutto, cos'avremmo dovuto fare"

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L'America di Joe Biden ha fallito in Afghanistan. Si tratta di un pensiero molto diffuso a livello internazionale dopo gli attentati che ieri hanno colpito l'aeroporto di Kabul e altre zone della città provocando decine di morti, tra cui anche diversi marines. A intervenire sull'argomento è stato anche un personaggio di prestigio nella politica e nella storia dell'America, l'ex consigliere per la sicurezza nazionale ed ex segretario di Stato Henry Kissinger. In un intervento sull'Economist, pubblicato oggi dal Corriere della Sera, ha spiegato i motivi alla base di questo fallimento. 

 

 

 

"Ci siamo persuasi che l’unico modo per impedire il ritorno delle basi terroristiche nel Paese era quello di trasformare l’Afghanistan in uno Stato moderno, dotato di istituzioni democratiche e di un governo insediato su base costituzionale - si legge in uno dei passaggi della lettera - ma una tale impresa non poteva prevedere un calendario certo, conciliabile con i processi politici americani". Secondo Kissinger, "la lotta ai ribelli poteva essere ridimensionata a contenimento, anziché annientamento, dei talebani".

 

 

 

 

"Dichiaratisi apertamente contrari alla guerra, i presidenti Donald Trump e Joe Biden hanno avviato trattative di pace con i talebani, che avevamo giurato di sterminare una ventina d’anni prima - ha proseguito Kissinger -. Quei negoziati oggi sono sfociati nel ritiro incondizionato degli americani, per opera del governo Biden. Spiegarne i motivi non cancella la brutalità, e soprattutto la precipitazione, della decisione intrapresa". L'ex segretario di Stato, inoltre, ha elencato tra i vari motivi del fallimento anche la decisione degli americani di fare tutto in autonomia, senza coinvolgere l'Europa nelle scelte: "La decisione è stata presa senza preavviso né accordo preliminare con gli alleati e con le persone coinvolte in questi vent’anni di sacrifici".

 

 

 

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