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Joe Biden, non solo il suo peto. Avocado e droga, indiscrezioni sconcertanti dal vertice sul riscaldamento globale

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Si concluderà domani la Cop26, conferenza dell'Onu sul cambiamento climatico in corso a Glasgow, in Scozia dal 31 ottobre. Sarà ricordata probabilmente come uno dei vertici più inconcludenti della storia, Vale la pena metterne in rilievo alcuni dei momenti più salienti e involontariamente comici accaduti nei dodici giorni che avrebbero dovuto segnare una svolta epocale nelle politiche ambientali.

BLABLABLA Per partecipare all'evento politici e dirigenti d'azienda sono giunti a bordo di oltre 400 jet privati, che hanno emesso 13.000 tonnellate di anidride carbonica, superando le emissioni di 1.600 scozzesi medi per un anno intero. Se dovessero compensare il danno che hanno prodotto con il loro viaggio, dovrebbero mettersi a piantare alberi da qui all'eternità.

LA BEFFA Dopo avere rifiutato di firmare l'impegno a eliminare l'uso del carbone concordato da 40 Paesi, l'Australia ha annunciato che continuerà a vendere carbone «per decenni nel futuro». L'Australia non è il solo grande Paese a non aver firmato: anche Cina India e Stati Uniti, grandi consumatori di carbone, non si sono uniti ai firmatari dell'accordo internazionale. In pratica, un terzo del pianeta non collaborerà.

 

 

LA CELLULA DORMIENTE ]l presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il premier britannico Boris Johnson si sono assopiti durante i lavori della Conferenza dell'Onu sul cambiamento climatico in corso a Glasgow.

UN CALCIO ALL'AMBIENTE Dal 12 ottobre, la Uefa manda in onda durante le partite di Champions' League uno spot contro gli sprechi energetici e a favore dei comportamenti sostenibili. Peccato che le partite siano giocate dalle squadre di proprietà di fondi sovrani di Qatar e Abu Dhabi, ovvero i cosiddetti petrostati, straricchi e padroni di tali squadre proprio grazie ai carbon fossili contro cui la Uefa fa pubblicità. Non solo ma uno dei principali sponsor della Uefa è Gazprom.

FINLANDESI SCARNIFICATI In ossequio alla tendenza del momento, la città di Helsinki non servirà più carne nei ricevimenti, incontri del personale e seminari, sostituendola con piatti vegetariani e pesce locale sostenibile. L'obiettivo è ridurre la 'carbon footprint' della capitale finlandese. Le nuove regole, destinate a ridurre le emissioni di gas serra associate ai prodotti, non riguardano solo la carne: anche caffè, tè, banane e altri alimenti dovranno provenire da produttori di commercio equo e solidale. Inoltre, il latte d'avena sostituirà quello vaccino, mentre gli snack e le bibite non potranno più essere serviti in contenitori monouso.

L'AVOCADO DI SFIDUCIA Per non mettere a tavola animali, non resterebbe che convertirsi al cibo vegetale. Ma facendo attenzione: uno dei prodotti di culto dei vegani, l'avocado, consuma più di una vacca. Per coltivarne mezzo chilo (cioè due o tre di calibro medio) servono 272 litri d'acqua. E le piantagioni messicane sono controllate da un cartello della droga che abbatte sempre più foreste per ricavarne terreni agricoli.

VIA COL VENTO Qualsiasi cosa si mangi o si beva, meglio comunque non esagerare. Altrimenti possono accadere incidenti spiacevoli come quello occorso a Joe Biden che, riferisce la stampa britannica, avrebbe prodotto lunghe e rumorose emissioni di gas intestinali in presenza della duchessa di Cornovaglia, Camilla Parker-Bowles.

QUANDO SI STAVA PEGGIO Secondo l'ambientalista scettico svedese Bjørn Lomborg, un secolo fa, ogni anno ammontavano a un milione di persone l'anno le vittime di tempeste, inondazioni, siccità, incendi e temperature estreme. Nel corso dei 100 anni successivi, le morti dovute a quelle cause sono diminuite del 96%, cioè a 18mila in totale. Nel 2020, sono scese a 14.000.

 

 

TUTTI AL VERDE Con il programma Fit for 55, la «politica di cambiamento climatico sarà molto costosa», afferma il Centre for European Policy Studies (CEPS) di Bruxelles, in un documento in cui afferma che «i contribuenti dell'UE dovranno finanziare con le proprie tasche l'acciaio 'verde', il cemento 'verde', gli appalti pubblici 'verdi', le infrastrutture 'verdi' e le misure di compensazione per l'industria. I contribuenti europei pagheranno addirittura i costi extra delle importazioni, a causa del meccanismo di adeguamento dei dazi». Si stima che, entro il 2026, la famiglia media europea pagherà 429 euro l'anno per finanziare la transizione ecologica.

SFORZI INUTILI E comunque, ha ammesso Jacob Werksman, capo-negoziatore per la Commissione europea alla Cop26, «gli eventi climatici estremi e la crescita del livello del mare probabilmente continueranno a verificarsi nonostante i nostri miglior sforzi possibili come comunità internazionale nel limitare la crescita dei gas serra». Tanto rumore per nulla. 

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