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Ucraina, la Caporetto delle spie russe: generali uccisi e piani falliti, le ragioni del flop

Carlo Nicolato
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La morte di un generale in guerra è un evento raro. Quella di due generali in due settimane di guerra è la prova plastica che qualcosa nella "facile" invasione russa in Ucraina sta andando storto. Per fare un esempio in cinque annidi guerra tra il '40 e il '45 l'Italia ha perso 49 alti ufficiali tra generali e ammiragli, gli Stati Uniti 47. Il Generale Maggiore Vitaly Gerasimov, 43 anni, ucciso a inizio settimana nei pressi di Kharkiv insieme ad altri ufficiali non era un comandante qualsiasi. Era un pluridecorato, aveva preso parte alla guerra in Cecenia e in Siria, e in Ucraina comandava la 41esima armata. Lo stesso vale per Andrei Sukhovetsky, 46 anni, decorato in Siria e considerato un esperto del terreno ucraino avendo già combattuto in Crimea nel 2014. Quest' ultimo è stato ucciso da un cecchino a Mariupol il 4 marzo scorso. Come è possibile che la Russia abbia già perso due ufficiali di quel calibro, mandati allo sbaraglio senza quelle garanzie di sicurezza che generalmente richiedono gli spostamenti di alti ufficiali?

 

Secondo un articolo del più importante quotidiano polacco, Gazeta Wyborcza, c'è il sospetto che gli ucraini siano in possesso delle chiavi di decrittazione delle comunicazioni russe e la certezza che in alcuni casi tali trasmissioni non siano nemmeno avvenute attraverso linee crittografate. È il caso proprio della comunicazione della morte del generale Gerasimov avvenuta attraverso una normale linea gsm tra l'ufficiale dell'Fsb (servizi segreti russi) aggregato alla 41ª armata e il suo diretto superiore Dmitry Shevchenko di stanza a Tula, Russia. La chiamata è stata ascoltata dall'intelligence ucraina, registrata e successivamente postata sul suo account twitter da Christo Grozev, direttore esecutivo dell'agenzia investigativa open source Bellingcat. Nella telefonata si sentono i due che parlano della morte del generale, senza rivelare particolari, e si lamentano del non funzionamento della piattaforma di comunicazione militare sicura russa, il cosiddetto "sistema Era". «Puoi accedere a un canale sicuro?» chiede uno dei due ufficiali, «quello sicuro non funziona qui, non possiamo prenderne nessuno» risponde l'altro».

 

 

Il "sistema Era" ha fallito in quanto, pare, gli stessi bombardamenti russi avevano danneggiato la rete 3G e 4G a Kharkiv e ciò ne avrebbe incredibilmente impedito l'intero funzionamento. Non essendo nemmeno dotati di telefoni satellitari, l'ufficiale dell'Fsb si è dunque dovuto arrangiare utilizzando per le sue comunicazioni segrete un normale telefono con scheda sim funzionante sulla linea 2G, una tecnologia di 30 anni fa facilmente intercettabile dalle spie ucraine. Questo spiega tra l'altro perché nelle zone interessate dall'avanzata dei soldati di Putin internet, seppur lentamente, ancora funziona: i russi non possono permettersi di distruggere le linee rimanenti perché rimarrebbero anche loro senza possibilità di comunicazioni.

Restano, e qui c'è davvero da ridere, i vecchi "walkie talkie" che pare siano largamente utilizzati dai russi le cui comunicazioni anche in questo caso per il nemico è un gioco da ragazzi. Secondo gli analisti occidentali poi l'intelligence di Putin avrebbe clamorosamente fallito anche nel raccogliere i dati sul campo prima di lanciare l'offensiva. Mentre la controparte ucraina e quindi angloamericana sembra sempre molto ben informata sulle prossime mosse di Putin e del suo esercito, i russi al contrario hanno fatto fin dall'inizio male i calcoli sulle difese che avrebbero dovuto affrontare in Ucraina. I russi sono andati in Ucraina credendo di fare una passeggiata, senza nemmeno curarsi di proteggere dalle spie nemiche le proprie comunicazioni. Un errore fatale che è già costato la vita a due generali e a migiaia di soldati. In sole due settimane di guerra. 

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