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Russia, le 4mila bombe atomiche a bassa intensità: l'arma "perfetta" per la guerra sporca di Vladimir Putin

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Mirko Molteni
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In Ucraina è sfumata l'illusione di guerre "pulite" e con perdite civili quasi inesistenti, illusione diffusa dagli Stati Uniti fin dalla guerra del Golfo del 1991, venduta come "videogioco" contro l'Iraq di Saddam, nascondendo, anche nelle successive guerre "occidentali", come Serbia 1999, Afghanistan 2001, ancora Iraq 2003 e Libia 2011, lati macabri che invece in Ucraina sono evidenziati perché gli attaccanti, stavolta, sono i russi. La guerra russo-ucraina conferma che la guerra resta "sporca". Riporta in auge carri armati e artiglieria come nella Prima Guerra Mondiale, e vede aggirarsi spettri di "armi sporche" indiscriminate.

 

 

 

LE ACCUSE

Ieri il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha accusato gli americani d'aver impiantato centri segreti di sviluppo di virus mortali in Ucraina: «Il Pentagono ha creato laboratori in Ucraina per sviluppare armi biologiche». Riprendeva un rapporto datato 7 marzo del generale Igor Kirillov, comandante dei reparti di protezione NBC (Nucleare, Biologica, Chimica) delle forze del Cremlino, secondo cui i russi stanno «distruggendo una rete di 30 laboratori biologici ucraini finanziati dagli Stati Uniti». L'ufficiale russo citava i laboratori di Lvov in cui si preparavano peste, antrace e brucellosi, mentre a Kharkiv e Poltava si lavorava su difterite e salmonellosi. Da Washington la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha rimbeccato Lavrov: «La Russia dispone ancora di armi chimiche e biologiche, in violazione dei trattati, e nella sua storia ha dimostrato di essere pronta a usarle». E da Londra ha rincarato il premier Boris Johnson: «Putin può usare armi chimiche, è nel suo stile, come abbiamo visto in Siria e anche in Gran Bretagna (con l'avvelenamento di Sergei Skripal nel 2018, n.d.r.)». Se davvero l'accusa di Lavrov è solo propaganda, fa il paio con la voce diffusa il 26 febbraio dalla Verkhovna Rada, il Parlamento di Kiev, sul «lancio da aerei russi, nella regione di Sumy, di giocattoli, telefoni cellulari e oggetti di valore pieni di esplosivo». Voce che, oltre a non trovar conferme da due settimane, è quasi la fotocopia di false accuse che in tutte le guerre del Novecento sono state portate ad aviazioni nemiche, tanto che già nell'Italia del 1915-1918 si favoleggiava che gli aerei austriaci lanciassero caramelle avvelenate e giocattoli bomba (cellulari-bomba no, perchè un secolo fa non esistevano!). L'intelligence di Kiev ha più volte rilanciato l'allarme su possibili attacchi chimici, come i gas nervini, attuabili dalle milizie filorusse di Donetsk e Lugansk sotto "falsa bandiera", cioè con uniformi ucraine, per far incolpare Kiev. Qui siamo già più nel campo del possibile, sebbene la Russia abbia firmato nel 1993 la Convenzione sulle Armi chimiche, in base alla quale, secondo l'OPAC, l'Organizzazione Proibizione Armi Chimiche, avrebbe eliminato il suo intero arsenale di 39.000 tonnellate di gas nervini entro il 2017.

 

 

 

L'ARSENALE

Ma se c'è un'arma che plausibilmente i russi starebbero, o stanno, già impiegando, è quella termobarica. Sono bombe dette anche ad aria-combustibile o a vuoto, che funzionano a doppia azione. Una prima esplosione diffonde per un raggio di decine o centinaia di metri una "nuvola" di liquido infiammabile vaporizzato, poi una seconda esplosione incendia la miscela aria-combustibile, causando una palla di fuoco seguita da un risucchio con temperature infernali. Anche gli americani ne dispongono e non sono vietate da alcun trattato. I russi montano testate termobariche nei razzi sparati dai lanciarazzi cingolati TOS-1, ma anche in piccoli lanciarazzi portatili Shmel, somiglianti ai vecchi bazooka. Non sarebbe stata ancora usata la termobarica russa più potente, la FOAB, "Father of All Bombs", il "padre di tutte le bombe", PVB in russo, che pur pesando 7 tonnellate ha la forza distruttiva di 44 tonnellate di tritolo. Può essere portata solo da bombardieri pesanti come il Tupolev Tu-160 e forse verrebbe sfoderata in uno scenario di demolizione totale di Kiev, se ci si arrivasse. Di più, in America si pensa che Putin possa anche usare un'atomica tattica, di bassa potenza, ma pur sempre devastante, se non avesse altro mezzo per vincere. Lo ha ipotizzato il 9 marzo il capo della CIA William Burns in una riunione della Commissione Intelligence della Camera USA, affiancato dal capo dei servizi segreti militari, la Defense Intelligence Agency, generale Scott Berrier che ribadiva come «Mosca ha modernizzato soprattutto il suo arsenale di 4000 nucleari tattiche». I russi, d'altronde, accusano essi stessi gli ucraini d'aver tentato di creare un proprio arsenale nucleare, aggiungendo alle proprie motivazioni questo ulteriore dossier. 

 

 

 

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