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Usa, caos al confine col Messico: invasione russa, "chi cerca di entrare nel Paese nemico"

Giovanni Longoni
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Più di 200mila russi stanno fuggendo dal loro Paese per paura che venga instaurata la legge marziale e siano annientati gli ultimi spazi di libertà che il governo ancora consente. Chi può si sposta via terra: da giorni ci sono code ai valichi di frontiera con la Finlandia e il treno fra San Pietroburgo e Helsinki è pieno di passeggeri (in sola andata). Le vie aeree con l'Europa sono però chiuse, per effetto delle sanzioni. Così, racconta il Moscow Times, l'altra via di fuga sono i voli per Paesi dell'Asia Centrale oppure Armenia, Turchia e monarchie del Golfo Persico. Da qui, per chi ne ha i mezzi, è possibile prendere un altro volo per il Vecchio Continente. O anche più lontano. 

 

ABCNews racconta di come stiano arrivando sempre più russi negli Stati Uniti che passano dalla frontiera col Messico. I sudditi scontenti dello Zar Putin non hanno bisogno del visto per visitare il Messico, a differenza degli Stati Uniti. Molti volano da Mosca a Cancun, entrando come turisti, e se ne vanno a Tijuana, nel Nord, dove acquistano o noleggiano automobili. Poi tentano la fortuna al valico di frontiera San Ysidro di San Diego, dove ogni giorno circa 30.000 auto entrano negli Stati Uniti. Il sito della tivù statunitense racconta che più di 8.600 russi hanno varcato la frontiera col Messico da agosto a gennaio, 35 volte i 249 che lo avevano fatto nello stesso periodo dell'anno prima. Nove su 10 hanno utilizzato i valichi di frontiera ufficiali a San Diego. In effetti, i russi e gli altri provenienti delle ex repubbliche sovietiche preferiscono attraversare i valichi ufficiali piuttosto che cercare di passare illegalmente attraverso deserti o montagne. 

 

Generalmente non assumono contrabbandieri ma "facilitatori" per organizzare il viaggio, ha affermato Chad Plantz, agente speciale della sicurezza interna a San Diego. Yuliya Pashkova, avvocato che rappresenta i richiedenti asilo russi, fa risalire il picco di arrivi all'arresto di Alexei Navalny l'anno scorso; ma il flusso è sostenuto anche in questi giorni. Tra chi chiede asilo agli americani infatti ci sono soprattutto oppositori di Putin, gay, musulmani e imprenditori, ma anche minoranze religiose perseguitate come i Testimoni di Geova. Se l'America si dimostra abbastanza aperta ad accogliere chi scappa dal regime, non è altrettantto vero per l'Europa. Il governo dell'Estonia ha sospeso l'emissione di visti turistici per russi e bielorussi, «a causa del proseguimento delle ostilità fra Russia e Ucraina». Saranno invece concessi visti per ragioni umanitarie e visite ai familiari. In Estonia, ex repubblica sovietica, vivono molti russofoni. Dopo l'invasione dell'Ucraina è cresciuto il flusso dei russi che arrivano nel paese baltico, molti dei quali decisi a lasciare il paese dopo la stretta repressiva del regime di Putin. Secondo il ministero degli Esteri estone, citato dalla Cnn, più di 12mila russi sono entrati nel Paese nelle ultime due settimane, ovvero 2.200 in più della media.

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