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Vladimir Putin, "la tecnica dell'elefante": così lo zar fa torturare i nemici, il racconto-choc dell'ex prigioniero

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Vladimir Putin è stato definito un “criminale di guerra” da Joe Biden per quanto sta accadendo in Ucraina, tra bombe a grappolo e missili termobarici sui civili, ma anche presunte deportazioni in Russia degli sfollati. D’altronde che il leader del Cremlino sia un uomo senza scrupoli è risaputo, essendo una ex spia del Kgb ed avendo quindi ricevuto una certa “formazione”.

 

 

Dal suo passato emergono chiaramente anche diverse tecniche di tortura, utilizzate negli anni ’90 in Cecenia e raccontate da chi le ha subite. Nel 2000 il giornalista di guerra John Sweeney scrisse per il Guardian un articolo pieno di testimonianze di membri delle forze cecene sulla cosiddetta “tecnica dell’elefante”. “Ti infilano una maschera antigas in testa - fu il racconto di uno degli uomini che aveva subito tale barbarie - le tue mani sono ammanettate dietro la schiena, quindi non c’è niente che tu possa fare. Poi chiudono il tubo di respirazione e tu inizi a soffocare”.

 

 

“Una volta che la maschera antigas è stata indossata, sapevi che ti avrebbero soffocato. Loro in un primo momento lasciavano andare e tu inspiravi profondamente. Poi spruzzavano gas nel foro di respirazione. Era così terribile che solo la vista della maschera antigas nella stanza avrebbe fatto confessare qualsiasi cosa alla gente”. Nel campo di Chernokozovo, utilizzato dai russi per i prigionieri durante il conflitto, si faceva ricorso anche a trattamenti chimici. Lo ha raccontato un ex prigioniero all’epoca 17enne, che divenne cieco per giorni dopo essere stato sottoposto a un bagno chimico.

 

 

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