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Vladimir Putin, l'ombra del nazismo: "Adesivi gialli sulle loro case", ecco cosa significano

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La sopraffazione di Vladimir Putin non si limita all'Ucraina. Lo zar russo tiene sotto controllo anche Mosca, dove tutti i dissidenti vengono silenziati. La notizia purtroppo non è nuova. A esserlo invece l'ultima "tecnica" per punire coloro che si ribellano al Cremlino. Chi è contrario al regime dello zar rischia multe, carcere, scherno pubblico, avvertimenti e molto altro. È il caso dei giornalisti. Chi infatti decide di raccontare le cose come stanno, è ben visibile a tutti. Come? Attraverso un adesivo giallo fuori dalla sua porta. Una sorta - spiega Il Giornale - di post-it all'esterno delle porte delle loro abitazioni. Sopra la scritta: "Qui vive un traditore", così da informare tutto il condomino ma soprattutto i diretti interessati che da quel momento devono guardarsi le spalle da agguati o chissà cos'altro.

 

 

È accaduto a Aleksej Milovanov e alla collega Oksana Akmaeva, scesa in piazza un mese fa per protestare contro Putin. Eppure gli adesivi non sono l'unico metodo utilizzato dallo zar per intimorire coloro che la pensano in maniera diversa. A Krasnodar, infatti, un uomo è stato condannato con l'accusa di "discredito delle forze armate" dopo aver sputato sopra la Z russa, "Za pobeda", espressione che vuol dire "per la vittoria" e aver avuto la sfortuna di essere stato ripreso da un automobilista pro-Putin bloccato nel traffico. E ancora, è andata peggio a una famiglia di Mosca. La polizia ha fatto irruzione all'interno della sua casa, che alle finestre aveva le luci blu e gialle del colore della bandiera ucraina in segno di solidarietà con il popolo di Volodymyr Zelesnky. Ad avvertire le forze dell'ordine era stato il loro vicino di casa.

 

 

Ma non è tutto, perché per stanare i ribelli molti russi si sono organizzati direttamente su Telegram. "Se conosci casi di diffusione di fake news, provocazioni, appelli alla violenza e azioni in difesa del nemico, scrivici", si legge in uno dei tanti messaggio. Poi mettono le mani avanti: "Garantiamo l'anonimato". Al momento un centinaio ha già compilato un elenco di "traditori" con foto, profili social, indirizzi e numeri di telefono.

 

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