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Omicron 2, panico a Shanghai: mossa cinese, come usano il fiume per "salvare" la città

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Alessandro Gonzato
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La Cina impone restrizioni severissime a un numero di persone che equivale a quello di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna messe assieme, eppure il bollettino quotidiano della pandemia recita numeri irrisori, pressoché insignificanti stando alle comunicazioni ufficiali fornite dal governo, circa 5-6 mila infezioni a fronte di una popolazione di un miliardo 400 mila abitanti, e va sottolineato che la settimana scorsa la Cina ha dato conto dei primi due morti per il virus dopo più di un anno. Rapportando le cifre - è comunque bene ribadire che in quanto a trasparenza nelle comunicazioni il Dragone di certo non eccelle - è come se in Italia il Covid fosse completamente sparito, ma la Cina da inizio 2021 persegue la strategia "zero Covid" che consiste in lockdown locali ai primi focolai e all'immediata messa in sicurezza degli anziani in attesa di aumentare la copertura vaccinale. Il modello è dunque totalmente diverso rispetto a quello adottato a occidente, la variante Omicron fino a poche settimane fa era sconosciuta a quelle latitudini, e ora il Paese tenta di prevenire prima che piccoli focolai si allarghino rapidamente al resto degli abitanti, anche perché oltre a una limitata somministrazione di terze dosi la Cina deve fare i conti con una limitata efficacia contro le infezioni sintomatiche dei vaccini Sinovac e Sinopharm.

 

 

ALLERTA
Modello cinese a parte, la preoccupazione per una possibile nuova ondata a livello mondiale c'è soprattutto ora che quasi tutti i collegamenti internazionali sono stati ristabiliti senza particolari restrizioni e con la Pasqua alle porte: chiariamo che i numeri oggi sono sotto controllo e non sussiste alcuna emergenza, almeno nella stragrande maggioranza dei Paesi, e però vanno riportate alcune dichiarazioni di esperti. Anthony Fauci, ad esempio, il principale consulente medico della Casa Bianca, in un'intervista alla Bbc ha detto che dobbiamo «essere preparati alla possibilità di restrizioni più rigide e flessibili», qualora dovessero emergere nuove varianti. Riguardo all'aumento dei casi ha comunque aggiunto che al momento «non sembra associato ad alcun aumento della gravità dei contagi». Mentre uno studio congiunto dell'Università di Liverpool e dell'Imperial College di Londra, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet, riporta che nei periodi peggiori della pandemia il "mix" Covid e influenza comportava un rischio di morte quattro volte maggiore, l'ultimo bollettino di casa nostra ci dice che il rapporto tra nuove positività e tamponi effettuati è salito al 15,5% (+1 rispetto a ieri quando era al 14,5%) e che ci sono 12 pazienti in più ricoverati in terapia intensiva, seppur la cifra complessiva rimanga ancora di poco superiore ai 9 mila, decisamente sotto il livello di guardia.

 

 

QUARANTENA
Il ministero della Salute, intanto, ha ribadito che le regole legate alla quarantena non cambiano: sette giorni di isolamento per i positivi che hanno ricevuto il vaccino e dieciperi non vaccinati, ma anche per quanti ancora non hanno ricevuto la terza dose o si sono sottoposto alla seconda da più di 120 giorni. Agli sgoccioli anche l'incarico del generale Francesco Figliuolo in concomitanza con la fine dell'emergenza. Al suo posto ci sarà una unità operativa ad hoc.

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