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Roman Abramovic, "digli che lo spazzerò via": retroscena, subito dopo la minaccia di Putin l'avvelenamento dell'oligarca

Roman Abramovich

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Roman Abramovich sarebbe stato avvelenato il 3 marzo scorso durante un incontro per i negoziati di pace con la Russia su incarico del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L'oligarca amico di Vladimir Putin, un altro magnate russo e il parlamentare ucraino Rustem Umerov hanno avuto tutti sintomi da avvelenamento: occhi rossi con lacrimazione dolorosa e desquamazione della pelle del viso e delle mani. Addirittura Abramovich avrebbe perso la vista per qualche ora e sarebbe stato curato in un ospedale turco. Un "avvelenamento leggero", probabilmente una sorta di "avvertimento". 

 

 

Ma chi lo ha voluto "spaventare"? I sospetti, riporta Il Messaggero, cadono su ambienti russi che non vogliono la fine del conflitto. Quel che è certo è che i tre negoziatori hanno cominciato a manifestare questi sintomi mentre si trovavano in un appartamento a Kiev durante una riunione che sarebbe durata parecchie ore. Difficile che la contaminazione sia avvenuta in quel luogo, più facile invece che sia avvenuta prima visto che erano appena tornati da altri colloqui in Bielorussia o forse a Mosca. Del resto sappiamo bene che Abramovich da settimane fa aventi e indietro tra Kiev, Istanbul e Mosca appunto. 

 

 

Non solo. Abramovich secondo un retroscena riportato dal Daily Mail e dal Times ha consegnato al presidente russo dei messaggi scritti a mano da Zelensky con le sue condizioni per la pace. Messaggi che hanno fatto infuriare Putin che sarebbe esploso di rabbia e avrebbe urlato: "Digli che li spazzerò via".

 

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