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Bucha, le immagini satellitari della strage: il dettaglio che smentisce Toni Capuozzo

Maurizio Stefanini
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La verità sulla strage di Bucha l'ha detta l'ambasciatore russo all'Onu Vasily Nebenzya: «i cadaveri che giacciono per le strade non ci sono mai stati prima dell'arrivo delle truppe russe». Subito si è corretto: «prima che se andassero». Ma se si dice "lapsus freudiano", è proprio perché è stato Freud a indagare sui meccanismi mentali che stanno dietro a questo tipo di papere. Voglia repressa di catarsi da parte di Nebenzya a parte, è stato il ministero della Difesa di Mosca a suggerire che siano stati gli ucraini a deporre i corpi in strada dopo il ritiro di «tutte le unità russe», che sarebbe avvenuto il 30 marzo. C'è in effetti una intervista del sindaco di Bucha il 31 marzo di fronte al municipio, in cui non si parla di morti. Il 2 aprile c'è un video della polizia ucraina che mostra devastazioni in cui però l'unico cadavere è quello di un soldato russo lasciato sul ciglio della strada. Solo il 3, sempre secondo la versione russa, sarebbero saltati fuori i cadaveri.

 

 

 


Bellingcat, però, ha scoperto che ancora il primo aprile il canale tv della Difesa russa TV Zvezda si vantava: teniamo ancora Bucha. Stesso giorno in cui in un video su Telegram il segretario del consiglio comunale di Bucha Taras Shapravsky afferma «attualmente la città è ancora occupata», anche se prospetta una liberazione imminente. Società di tecnologia spaziale con sede a Westminster, Colorado, specializzata nella produzione di satelliti per comunicazioni, prodotti satellitari e servizi correlati, Maxar Technologies aveva già mostrato i russi muovere all'attacco, mentre Putin lo negava. Altre sue immagini, pubblicate dal New York Times, mostrano piccole macchie scure sull'asfalto, «oggetti scuri di dimensioni simili a corpi umani», già abbandonati lungo via Yablonska il 9 e l'11 marzo. Almeno 11 cadaveri, la cui posizione corrisponde esattamente a quella in cui i corpi sono stati filmati da un membro del consiglio locale venerdì scorso, dopo che le forze ucraine hanno ripreso la città. Un secondo video nella stessa strada mostra tre corpi vicino a biciclette e auto abbandonate, apparsi tra il 20 e il 21 marzo.

 

 

 

 

Dietro alla chiesa - Altre immagini satellitari mostrano il 10 marzo i primi segni di scavo per una fossa comune in una chiesa di Bucha, poi ampliata in una «trincea lunga circa 45 piedi nella sezione sud-occidentale dell'area vicino alla chiesa» entro giovedì 31 marzo. I giornalisti arrivati a Bucha sabato hanno visto corpi riversi per le strade della città, e secondo Reuters la fossa comune nei pressi della chiesa ancora aperta, con i corpi che affioravano dalla terra. Le immagini hanno iniziato a girare nei Social non il 3 ma venerdì primo aprile, mentre le foto di Le immagini satellitari diffuse da Maxar Technologies a sostegno della denuncia ucraina: in alto, via Yablonska a Bucha il 9 marzo con numerosi cadaveri insepolti; a quella data i russi controllavno la cittadina. Qui sopra, tracce dello scavo di una fossa comune nei pressi della chiesa di Bucha già il 10 marzo (GettyImages) agenzia sono state diffuse sabato 2. Dai social russi sono venute le affermazioni sui cadaveri in movimento, poi rilanciate dal Ministero della Difesa russo.

 

 

 

Sia la Bbc che giornalisti sul campo lo hanno spiegato con illusioni ottiche: una goccia d'acqua in movimento sul parabrezza; un riflesso nello specchietto retrovisore di un'auto. I video sono comunque del primo aprile, e foto sia Afp che Getty Images mostrano quei cadaveri ancora sul posto due giorni dopo. La Associated Press ha pubblicato le immagini di almeno sei morti sdraiati sul retro di un edificio per uffici un chilometro e mezzo a ovest di via Yabloska, alcuni con le mani legate dietro la schiena. Un altro chilometro e mezzo più avanti, un fotografo del Times ha scoperto il corpo di un uomo con una ferita da arma da fuoco alla testa che giaceva accanto a una bicicletta. «Quello che ho visto non era una messa in scena e di certo i corpi che ho incontrato non si sono rialzati dopo il nostro passaggio», ha testimoniato Danny Kemp, della France Presse, entrato a Bucha il 2 aprile con cinque colleghi. «È stata una visione scioccante. La strada si stendeva per 400 metri e da ogni parte c'erano cadaveri. I primi che abbiamo incontrato erano tre, nel vialetto di una casa: uno aveva le mani legate dietro la schiena. Altri sull'asfalto in mezzo alla strada, altri con le gambe incastrate sotto la bicicletta. L'impressione è che siano stati uccisi mentre erano in giro per le loro attività quotidiane: accanto ad alcuni erano rovesciate le buste per la spesa. Avevano la pelle giallastra e cerosa e le dita rigide, alcune con le unghie scolorite. Erano chiaramente morti da diversi giorni, se non di più».

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