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Sergej Shoigu, la telefonata al turco Akar: il ministro russo prende le distanze da Putin? Scenari clamorosi

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L'uomo del mistero, delle sparizioni e delle riapparizioni, dei video e dei tarocchi. Ma soprattutto l'uomo della guerra. Si parla di Sergej Shoigu, il ministro della Difesa russo, dunque una delle principali menti di Vladimir Putin e una delle principali menti dietro alla guerra in Ucraina.

 

Eppure, come riportano le cronache degli ultimi 40 giorni, qualcosa non ha girato al meglio. Già, la guerra-lampo ipotizzata da Shoigu, Gerasimov e gli alti papaveri militari di Mosca si è rivelata tutt'altro che lampo. Dopo 44 giorni, i russi battono in ritirata dal Nord e da Kiev: gli obiettivi sono Mariupol e Donbass (ammesso che gli obiettivi non siano ben più grandi ed espansionistici, magari con lo zampino della Cina). 

 

Ma si diceva: il fallimento della guerra-lampo, o comunque le molte perdite subite dai russi e nelle ultime ore ammesse anche dal Cremlino, hanno portato all'ipotetico banco degli imputati tra gli altri Shoigu e Gerasimov. Almeno così riferiscono spifferi dal Cremlino, ché di conferme ufficiali non ce ne sono.

Come detto, il ministro della Difesa si è visto poco, davvero poco. Ma ora, a confermare il fatto che sia "vivo e attivo", ci pensa Huluski Akar, ministro della Difesa della Turchia. Akar ha infatti riferito di avere avuto una conversazione telefonica con il suo omologo. E ha aggiunto che i due hanno concordato sull'"importanza di un cessate il fuoco urgente per favorire una soluzione diplomatica tra Russia e Ucraina e l'urgenza dell'evacuazione in sicurezza dei civili, in particolare Mariupol, da terra e mare". Insomma, uno Shoigu che si sarebbe detto a favore della pace, alla ricerca di una soluzione diplomatica immediata: posizioni con cui sembra in parte smarcarsi da quelle dello zar Putin. Akar, da par suo, ha aggiunto che la Turchia sta provando a fornire ogni tipo di sostegno agli aiuti umanitari, provando a gicoare un ruolo per il mantenimento della pace nella regione.

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