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Cia, "così gli 007 hanno volontariamente bruciato le loro talpe al Cremlino": sfruttati, scaricati e condannati a morte?

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Uno dei fronti della guerra in Ucraina è quello dello spionaggio. Italia e Francia e molti altri Paesi europei hanno rispedito in Russia i diplomatici accusati di essere degli 007 del Cremlino sotto copertura. Mosca ha risposto a questa azione con misure simili ma, come riporta il Corriere della Sera in un retroscena, visto l'elevato numero di espulsioni, la mossa europea può costringere Mosca - che può comunque contare sugli "illegali", ovvero le spie vere - a rivedere il suo dispositivo.

 

 

C'è poi la questione della Cia che per cercare di prevenire l'invasione ha detto da subito, in autunno, che aveva le prove dei preparativi russi di una guerra in Ucraina. Allora nessuno ci aveva creduto. Ma questa decisione di diffondere queste notizie dell'intelligence è ora al centro delle analisi: aver rivelato queste informazioni al mondo può infatti aver compromesso chi le ha passate a Langley. Ovvero, le talpe al Cremlino sarebbero state scoperte. Con le drammatiche conseguenze che potrebbero aver subito.

Quando è poi davvero cominciata l'invasione dell'Ucraina l'intelligence civile, la Cia, e quella militare, la Dia, sono passate allo "stato due" con il monitoraggio intenso degli invasori e garantendo alla resistenza ciò che serviva: le direttrici, le condizioni delle truppe, i guai di rifornimento.

 

 

Probabilmente Mosca pensava di eliminare Zelensky facilmente grazie all'aiuto di "amici" filorussi e generali traditori: due sono stati cacciati dal governo. È andata diversamente, anche in Russia, dove Vladimir Putin ha fatto arrestare il capo dello spionaggio estero Sergei Beseda e il suo vice, poi avrebbe cacciato altri 100/150 agenti. 

 

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