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Emmanuel Macron, "non parliamo di genocidio in Ucraina". Il Pentagono durissimo: "Parla per sé"

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Il "genocidio" di Vladimir Putin in Ucraina divide Emmanuel Macron e il Pentagono americano. E non è una buona notizia per il fronte occidentale. Il tema è decisivo anche per la politica interna francese, a 10 giorni dal secondo turno delle presidenziali contro Marine Le Pen (l'ultimo sondaggio realizzato da Ipsos-Sopra Steria per Franceinfo e Le Parisien-Aujourd'hui dà il leader di En Marche vincitore con il 55% delle intenzioni di voto, contro il 45% della Le Pen) e Macron parla anche a chi non l'ha votato, e che su Kiev ha magari posizioni più morbide. "L'escalation verbale non aiuterà gli ucraini", ha ribadito il presidente in aperta polemica con l'americano Joe Biden. Intervistato da France Bleu, Macron ha detto di aver parlato in mattinata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ieri aveva detto di essere stato "molto ferito" dal rifiuto dell'omologo francese di denunciare un "genocidio" nel suo paese, a differenza del presidente americano.

 

 

 



"La parola genocidio ha un senso" e "deve essere una qualifica stabilita da giuristi, non da politici", ha detto Macron durante una visita elettorale nella città portuale di Le Havre, nel nord della Francia. "Gli stati che parlano di genocidio, secondo le convenzioni internazionali, dovrebbero intervenire. E' questo che la gente vuole? Io non credo". Dura la replica da Washington. Il segretario stampa del Pentagono, John Kirby, intervenendo nel programma Fox & Friends e rispondendo a una domanda su Macron, ha fulminato il francese: "Quando parliamo di escalation della retorica, parliamo di Vladimir Putin. Con tutto il rispetto per il presidente Macron, lo lascerò parlare per se stesso proprio come il presidente Biden parla per se stesso e per il nostro governo". 

 

 

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