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Il generale Dvornikov, Kiev martellata e bombe nelle lavatrici. "Doppio colpo": la nuova strategia

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Che la Russia abbia cambiato strategia per la conquista dell'Ucraina è evidente. Che sia una strategia ancora più sanguinaria, anche. E lo dimostra quanto sta succedendo a Kiev dove il generale Alexander Dvornikov, l’uomo che Vladimir Putin ha posto alla guida delle armate russe al posto dei generali defenestrati tristemente famoso per le atrocità in Siria, non solo è tornato a lanciare missile sulla città, ma ha anche ordinato attacchi per spaventare la capitale e per bloccare la catena logistica, evitando gli errori pagati a caro prezzo nella prima fase del conflitto. 

 

 

Tanto che il sindaco di Kiev, Vitali Klitchko, racconta Patricia Tagliaferri sul Giornale, ha lanciato un appello lasciato concittadini che nelle scorse settimane avevano lasciato la città per cercare rifugio altrove, esortandoli a non tornare: "Vi chiedo ai di evitarlo e restare in un posto più sicuro". Anche l'amministrazione militare ha ribadito ai residenti di Kiev di non rientrare nelle proprie cause. Ogni giorno 40-50mila persone tornano nella capitale, creando codice di chilometri. Una minaccia per la sicurezza della popolazione: "Gli aiuti umanitari, i servizi di emergenza, i medici, i servizi pubblici ei militari non riescono a superare gli ingorghi. Non ignorate gli allarmi per i raid aerei", hanno esortato i funzionari.

 


 

Non solo. Hanno scoperto, e lo riporta l'Ansa, che quando i soldati russi si sono ritirati hanno nascosto ordigni dappertutto, anche nelle lavatrici delle case abbandonate in fretta e in furia. Hanno lasciato trappole micidiali in tutti "i posti dove hanno trascorso la notte", hanno denunciato il ministero degli Interni di Kiev raccontando di mine piazzate sulle porte d'ingresso, sotto le auto, tra i divani ei letti, nelle buste della spesa, tra i mobili delle case abbandonate per fuggire dalle bombe. 

 

 

Un allarme che aveva già lanciato il presidente Vlodymyr Zalensky denunciando anche i cadaveri trasformati in armi letali con gli ordigni pronti a esplodere nell'ultimo atto di pietà di coloro che li spostano per dargli sepoltura. L'allerta è massima perché la minaccia è davvero molto alta. "I cittadini", ammonisce il ministro, "non devono rientrare fino a quando non sarà completato il difficile lavoro degli artigiani". Il pericolo, avvertono i militari ucraini, viene anche da ordigni inesplosi e mimetizzati che "possono sembrare un giocattolo, un telefono cellulare, una penna a sfera: qualsiasi oggetto può essere riempito di esplosivo".

 

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