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Generale Dvornikov, "Kramatorsk il suo biglietto da visita". Chi è il nuovo comandante scelto da Putin

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La strage di Kramatorsk sarebbe il biglietto di presentazione del generale Alexander Dvornikov, nominato dal presidente russo Vladimir Putin come nuovo comandante in capo dell'esercito russo nella guerra in Ucraina. Veterano delle operazioni russe in Siria, il militare viene descritto da un funzionario di alto livello alla Bbc come in grado di imprimere una svolta alla fin qui fallimentare campagna bellica del Cremlino: "Dvornikov ha una enorme esperienza derivante dalle operazioni russe in Siria - quindi ci aspettiamo di veder migliorare il comando e il controllo generale delle truppe russe in Ucraina".

 

 

 

 

Nella decisione di Putin pesa la palude militare in cui l'esercito si è ritrovato impantanato, soprattutto nell'assedio delle grandi città come Kiev (soltanto sfiorata dalla guerra), Kharkiv e soprattutto della pur sbriciolata Mariupol, ultimo baluardo del Battaglione Azov e chiave di volta della resistenza ucraina. Non a caso, addirittura il portavoce di Putin Peskov, non senza polemiche interne, ha dovuto ammettere le "pesanti perdite" dell'esercito invasore. 

 

 

 

 

Da qui la decisione di lasciare fondamentalmente l'Occidente dell'Ucraina (con la scusa dei negoziati di Istanbul) e riposizionarsi con maggior vigore a Est, concentrando gli attacchi nel Donbass e a Sud, a Mariupol, per poter conquistare il corridoio di terra tra la Crimea e la Russia entro il 9 maggio, giorno della Parata anti-nazista sulla Piazza Rossa, a Mosca. Serviva dunque un cambio strategico, senza escludere metodi spicci e brutali come appunto l'attacco missilistico sulla stazione ferroviaria di Kramatorsk. Largo dunque a caccia, artiglieria pesante, bombe a grappolo, sistemi missilistici termobarici, come in Cecenia e in Siria. Per fiaccare le forze e lo spirito di chi resiste. E Dvornikov è tra i massimi esperti in questa opera di  macelleria bellica.

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