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Transnistria in guerra, sms anonimo: "Lasciate le case entro le 19"

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Si chiama Transnistria il nuovo fronte della guerra in Ucraina. La lingua di terra enclave filo-russo in Moldova non è riconosciuto come Stato indipendente da Mosca, almeno fino a oggi. Ma l'escalation di atti di terrorismo contro edifici e infrastrutture riconducibili alla presenza del contingente russo sul territorio fa presagire il peggio. Provocazioni ucraine o sabotaggio interno, obiettivi "false-flag" per potere accusare Kiev e avere l'alibi per l'occupazione militare del Cremlino? Difficile, per ora, darne una risposta. Di sicuro, però, fare della Transnistria un avamposto russo riconosciuto conviene solo a Vladimir Putin, non certo a Chisinau o a Volodymyr Zelensky

 

 



Come riporta Repubblica, nelle ultime ore si susseguono segnali inquietanti. Tra la popolazione, per esempio: "Io non vedo l'ora che arrivino i russi. Ho paura degli ucraini", spiega una donna, Tatiana Golovataja, alla inviata Tonia Mastrobuoni. Sui cellulari degli abitanti, da martedì mattina, girano sms anonimi e inquietanti, che sarebbero provenienti da Kiev, secondo cui la Transnistria "sarà rasa al suolo". I residenti sono quindi invitati a "lasciare la regione entro le 19 di domani". Si teme che l'esercito di Kiev, che ha inizio guerra ha fatto saltare in aria il ponte che collega Transinistria e Ucraina, per prevenire una possibile invasione da Sud-Ovest. Nel paese, infatti, ci sono 1.500 soldati russi come contingente di "peace-keeping", come frutto della guerra per l'indipendenza del 1992. 

 

 

 

 



Dalla Moldova si mantengono toni bassi, il timore di un coinvolgimento nella guerra è concreto e terrorizzante. E già stanno partendo colonne di auto per lasciare il Paese, nei timori di una invasione russa. Gli umori di tutti sono quelli di trovarsi alla vigilia di un nuovo 24 febbraio, che possa trasformare l'area in un Donbass-bis. I segnali dal Cremlino ci sono tutti. Il deputato russo Andrei Rudenko ha detto che Mosca "vorrebbe evitare uno scenario che richiederebbe un intervento in Transnistria" ma già il fatto di parlarne avvalora l'ipotesi. E l'influente politologo di Russia Unita, Sergej Markov ha diffuso la bufala di un "dislocamento di truppe rumene in Moldavia" con lo scopo di "annettersi la Transnistria insieme agli ucraini e la Nato e reprimere la popolazione russofona".  Il pretesto perfetto per far passare la pillola dell'allargamento bellico nell'opinione pubblica russa.

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