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Gas, Mosca chiude i rubinetti? Perché la Polonia se ne frega: la mossa che spiazza Putin

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Non è affatto preoccupata la Polonia di non avere più il gas russo dopo che Gazprom ha annunciato il taglio delle forniture. Anzi. Varsavia è sollevata: non solo perché sarà indipendente dal Cremlino ma perché dopo l'invasione dell'Ucraina il governo voleva rescindere il contratto con il colosso del gas russo e temeva ritorsioni. Ora, riporta il Foglio in un retroscena, il fatto che siano stati i russi a violare il contratto - prima con la richiesta del pagamento in rubli e ora con la chiusura dei rubinetti - la Polonia ha risolto il problema.

 

 

Mosca forniva al Paese circa il 45 per cento della domanda annuale, più o meno 20 miliardi di metri cubi di gas. Ora invece, grazie a una scommessa fatta dal partito sovranista PIS, che nel 2015, si pose l'obiettivo dell'indipendenza energetica dal Cremlino, la Polonia può "derussificare" il suo mercato energetico. Cinque anni fa, infatti, ha cominciato a costruire un gasdotto che porterà il gas dalla Norvegia e che dovrebbe essere pronto per l'autunno. In attesa del nuovo gasdotto con una capacità di 10 miliardi di metri cubi il governo di Varsavia potrà fare affidamento sulle sue riserve, piene per tre quarti della loro capacità, e sul terminal per il gas naturale liquefatto nel porto baltico di Swinoujscie, rifornito da Usa e Qatar per circa 7 miliardi di metri cubi di gas.

 

 

Inoltre, può contare sul nuovo gasdotto Gipl, che collega la Polonia alla Lituania e, per un periodo, potrà importare il gas attraverso la Germania. Robert Tomaszewski, analista del think tank Polityka insight, ha detto al Foglio che "se sommiamo tutto questo, come Polonia non avremo problemi di riserve di gas, ma rimarranno i problemi legati ai prezzi". L'obiettivo è di diventare come la Lituania "in cui non arriva neppure una molecola di gas russo". 

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