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Valerij Gerasimov "è arrivato a Izyum", il Cremlino silura Dvornikov: "Cosa significa", si teme il peggio

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Valerij Gerasimov è il capo di Stato Maggiore delle forze armate russe, nonché uno dei tre uomini in possesso di un codice nucleare: gli altri due sono Vladimir Putin e Sergej Shoigu. Stando alle ultime indiscrezioni, Gerasimov sarebbe arrivato a Izyum per seguire direttamente le operazioni nel Donbass, diventate cruciali dopo che nella prima fase di guerra la Russia ha fallito il piano di conquistare la capitale Kiev. Una mossa difficile da interpretare, quella di spedire Gerasimov, dato che soltanto tre settimane fa è stato nominato il generale Oleksandr Dvornikov come unico comandante delle truppe russe in Ucraina.

 

 

Evidentemente con Dvornikov la situazione non è migliorata come si aspettava il Cremlino, che sperava di tappare la falla relativa alla gestione e al coordinamento delle unità di occupazione sul terreno. Ma per quale motivo Gerasimov, che è capo di Stato Maggiore dal 2012, dovrebbe essere mandato sul campo per assumere un ruolo operativo e non più “teorico”? “È molto insolito - ha dichiarato Mick Ryan, analista di guerra nonché ex generale australiano - che il leader militare più anziano di una nazione si ‘dimetta’ e assuma un comando operativo. È un indicatore che Putin sta esaurendo le opzioni per la sua operazione in Ucraina”.

 

 

Secondo Ryan il generale Gerasimov è stato inviato nel Donbass perché Putin non può permettersi un’altra sconfitta, sarebbe un colpo troppo duro dal punto di vista politico, oltre che militare. “Fino a poco tempo fa Gerasimov era considerato uno dei migliori teorici russi dell’era moderna - ha spiegato Ryan - tuttavia, le sue riforme non hanno portato al successo sul campo di battaglia. È improbabile che la sua presenza sul campo di battaglia, al comando di una forza russa tatticamente mediocre, possa cambiare le cose”.

 

 

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