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Dmitrij Medvedev, "perché spinge Putin alla guerra totale": intelligence, il piano dell'ex delfino

Dmitry Medvedev

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E pensare che un tempo ce lo vendevano come il volto moderato della Russia, come l'uomo su cui scommettere per un futuro davvero liberale a Mosca. Si parla di Dmitrij Medvedev, ex premier, l'unico uomo che ha governato in Russia oltre a Vladimir Putin da che lo zar prese il potere nel 1999. Prese il potere quando la costituzione vietava a Putin un nuovo mandato, e sotto il suo "regno" la costituzione fu cambiata per permettere allo zar di tornare. Quando Medvedev divenne presidente alcuni osservatori ipotizzavano un suo cambio di passo, un suo smarcarsi da Putin. Ma è stato tutto il contrario: ha reso al vero padrone della Russia un servizio fedele.

 

E oggi, quel "volto moderato e liberale" illusorio, al tempo dell'invasione in Ucraina, è diventato forse il più oltranzista tra i falchi al Cremlino. Già, continua ad evocare lo spettro della guerra atomica, parla di piani di conquista russi che hanno come obiettivo finale lisbona. Insomma, Medvedev è la massima espressione della linea durissima.

 

Ma cosa c'è dietro a questa posizione? Ad affacciare l'ipotesi è Repubblica, che ricorda in premessa come nel 2020, Medvedev fu improvvisamente delcassato a vice-presidente del Consiglio di Sicurezza. Insomma, probabilmente qualcosa con Putin si era incrinato. E così, mostrare il pugno di ferro, oggi, lo aiuterebbe nel riavvicinamento. Ma il vero obiettivo di Medvedev non sarebbe questo. Fonti di intelligence ed osservatori internazionali, infatti, sostengono che con le sue accuse che piovono quotidianamente su Telegram, Medvedev punterebbe a riaccreditarsi come possibile delfino di Putin, come successore dello zar. Già, perché Vladimir Putin non potrà restare al potere in eterno. E le sue condizioni di salute si continua a dire che non sarebbero delle migliori. E così, ecco che Medvedev sventolerebbe il pugno di ferro e volontà belliche proprio per quello. Per il potere.

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