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Battaglione Azov, Prokopenko e i comandanti "si sparano da soli". Vocci terrificanti dal budello dell'Azovstal

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L'evacuazione dalla fonderia Azovstal procede a rilento. Ad oggi si contano 694 soldati ucraini "arresi" per un totale di 959 dal 16 maggio, giorno in cui sono iniziate a Mariupol le prime evacuazioni. Il timore va a quei feriti gravi, più di 80, e ai molti altri prigionieri che - stando ai video diffusi sui social - appaiono denutriti, provati o feriti. Ma non solo, perché come spiega Fausto Biloslavo sulle colonne del Giornale il vero nodo sono i volti noti della resistenza. Tra questi ci sono Denis Prokopenko, comandante del reggimento Azov, il suo vice Sviatoslav "Kalynà" Palamar e il capo dell'intelligence Ilya Samoilenko, detto Cyborg per il braccio in titanio e l'occhio di vetro eredità di passate battaglie. Oltre al maggiore-padre di famiglia, Serhiy Volyna, comandante dei marines della 36esima brigata.

 

 

Sono loro, spiega alla tv russa un capo miliziano dei separatisti del Donbass, a cui "potrebbe capitare un incidente, che si sparino da soli". Difficilmente il battaglione si arrenderà ai russi e così, è il suo ragionamento, piuttosto che cedere si tolgono la vita. In questa direzione va l'appello della vice ministra della Difesa di Kiev, Hanna Maliar: "I difensori di Mariupol hanno adempiuto pienamente alla loro missione di combattimento". A fargli eco il portavoce del Pentagono, John Kirby: "I soldati che hanno continuato a combattere lo hanno fatto con coraggio e abilità ed è ammirevole pensare per quanto tempo sono stati in grado di resistere".

 

 

Insomma, un modo per invitare il battaglione ad arrendersi e uscire dall'acciacieria come già chiesto da Volodymyr Zelensky. D'altronde Azovstal rischia di diventare, oltre a un cimitero di guerra, "una bomba ecologica". Nelle sue condutture infatti scorre l'acido solfidrico, che per gli esperti può creare "una catastrofe mondiale" se le tubazioni vengono danneggiate.

 

 

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