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Leonid Vasyukevich, il deputato che sfida Putin: "Se non ti fermi". Segnali di cedimento al Cremlino

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In Russia vi sono crescenti segnali di scontento per la guerra in Ucraina che sempre più emergono in superficie. Lo scrive il Washington Post, sottolineando come da una parte vi siano i falchi più vicini al presidente Vladimir Putin che reclamano un atteggiamento più aggressivo. Un esempio? L'analista che alla tv russa ha preso a male parole il cancelliere tedesco Olaf Scholz ("Bastardo? Tu chi caz***o sei?") avvisandolo che presto i tedeschi saranno "inceneriti da un missile nucleare".

 

 



Dall'altra parte, però, sono sempre di più i contrari all'intervento armato. Fra i "segni crescenti di resistenza", il giornale cita i 115 membri della Guardia nazionale licenziati per il rifiuto di partecipare all'invasione, le dimissioni del diplomatico Boris Bondarev e le parole di Leonid Vasyukevich, deputato comunista di Vladivostock che ha chiesto pubblicamente di cessare la guerra "o avremo più orfani nel paese".

 

 

 

 

 

Al momento, al Cremlino, è ancora maggiore il peso dei falchi, come il gruppo di veterani che la settimana scorsa hanno diffuso un appello al presidente russo Putin perché invii più truppe in Ucraina, descrivendo come umiliante il ritiro dalle regioni di Kiev e Cernihiv e accusando il Cremlino di "totale mancanza di competenza professionale". Putin "è bloccato fra due mondi", non può mantenere intatta la sua reputazione sia che schiacci l'Ucraina sia che si ritiri e naturalmente "nessuno è contento", ha scritto su Telegram Tatiana Stanovaya di R. Politik, un gruppo di consulenza politica basato a Parigi.

 

 

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