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Sergej Lavrov, la minaccia ai politici italiani: "La loro dubbia moralità", l'ombra di un dossier

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L'Italia nel mirino di Mosca. Prima la frecciata di Sergej Razov, poi la nota al vetriolo dal ministero degli Esteri russo. Nella giornata di ieri, venerdì 3 giugno, il nostro Paese è finito pesantemente nel mirino della Russia. Come detto, ha iniziato l'ambasciatore che non ha lesinato critiche: "Le relazioni con l'Italia si sono deteriorate non per nostra scelta". Successivamente l'attacco è arrivato da più in alto, con una nota del dicastero guidato da Sergej Lavrov diffusa sul social network "VKontakte". Al centro la controversa missione anti-Covid del lontano marzo 2020, quando i russi arrivano in Italia. Sull'operazione etichettata inizialmente come un aiuto per contrastare la pandemia, si è discusso parecchio. Addirittura è stato ipotizzato che l'operazione nascondesse in realtà la volontà di carpire informazioni segrete sul virus: dai dati sanitari dei pazienti, all'organizzazione delle strutture, fino alle informazioni riservate custodite negli uffici.  

 

 

Biasimi che però il Cremlino rigetta: "Questo tentativo dei media italiani di dipingere la missione umanitaria russa in Italia come un'operazione di spionaggio danneggia le relazioni tra Mosca e Roma - si legge -. In meno di due anni, il nostro aiuto è stato dimenticato. Sembra che le nostre controparti italiane abbiano la memoria corta. Una linea di comportamento così servile e miope non solo danneggia le nostre relazioni bilaterali, ma dimostra anche la moralità di alcuni rappresentanti delle autorità pubbliche e dei media italiani". Un affondo tutt'altro che velato alla classe politica. 

 

 

Questa, ha spiegato Razov, complice di aver "congelato molti formati e meccanismi di dialogo che funzionavano efficacemente, la cooperazione culturale è stata sostanzialmente ridotta". "C'è da dire - ha concluso in un'intervista a LaPresse - che i dipendenti dell'Ambasciata russa sono stati espulsi senza motivo, e non c'è neanche bisogno di parlare della linea dominante nei mass media italiani nei confronti della Russia, è fin troppo chiara. A me, come persona che lavora in Italia da parecchio tempo in qualità di Ambasciatore, quello che sta succedendo provoca amarezza e rammarico". Eppure i sospetti rimangono. Nonostante il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica assicura che i 123 soldati inviati da Mosca sono stati tutti controllati, ci si chiede come mai sull'accordo lampo siglato tra Putin e Giuseppe Conte nessun altro membro del governo fu informato.

 

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