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Fjodor Lukjanov, la profezia sul nuovo ordine mondiale: "Cosa sta per fare la Cina", chi è quest'uomo

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"L'operazione militare speciale" per usare le parole di Vladimir Putin o più concretamente l'invasione russa dell'Ucraina, è ben lontana dall'essere vicina a una soluzione di pace, ma al Cremlino è già chiaro il piano per il dopo, almeno per quel che riguarda gli scenari economici vista la stagnazione che da oltre un decennio pesa nella terra degli zar. Lo svela Fjodor Lukjanov, direttore della ricerca del Valdai Discussion Club, think tank vicino a Putin, nonché presidente del Consiglio per la politica estera e la difesa e direttore di Russia in Global Affairs. Intervistato da Rosalba Castelletti per il Corriere a margine del Forum Economico di San Pietroburgo, il politologo sostiene che "molto presto la guerra economica contro il Paese inizierà ad avere effetti su vasta scala. Sarà l'inizio di un periodo, di un anno o due, di emergenza permanente dove l'economia dovrà affrontare di giorno in giorno problemi sempre nuovi".

 

 

Lukjanov rivela che "negli anni a venire, il principale partner della Russia sarà la Cina perché è l'unico Paese che può sostituire se non tutto, molto di ciò di cui la Russia necessita e che prima importava dall'Occidente. Non è però una prospettiva a medio termine, perché i cinesi sono piuttosto cauti. Aspetteranno di capire se l'economia russa è in grado di reagire all'attuale situazione di forza maggiore e che tipo di opportunità possono cogliere qui. Lo stesso vale per altri partner come l'India. Le potenze non occidentali hanno bisogno di tempo per capire se la cooperazione con la Russia può essere redditizia per loro e anche per adottare meccanismi per evitare sanzioni secondarie". Di certo quel tentativo d'integrarsi con l'Europa e gli Stati Uniti non ci sarà più: "La cooperazione e l'interazione riprenderanno, ma sarà una relazione più mercantilistica e pragmatica. Non ci sarà mai più quell'idea di uno spazio comune".

 

 

Sottolineando che questa "operazione militare speciale" non è solo un conflitto tra Russia e Ucraina, ma "un confronto ibrido indiretto tra Russia e Occidente", Lukjanov non si sbilancia su cosa ne sarà dei territori di Kiev ora controllati dai russi: "Credo che persino chi ha iniziato l'operazione non abbia chiaro in testa quale sia la fine del gioco", ammette spiegando che "la vera discussione sulla pace inizia sempre quando entrambe le parti capiscono di non poter ottenere più nulla con la forza militare. Ma siamo ancora lontani da questo. Per quanto riguarda i territori sotto il controllo russo, quello che posso immaginare è che non saranno mai restituiti all'Ucraina".

 

 

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