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La Russia dichiara "guerra" all'Italia: ci dà la metà del gas che chiediamo, scatta l'allarme "early warning"

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Lo schiaffo dei russi all'Italia si fa sempre più pesante. Da oggi scatterà un ulteriore taglio delle forniture di gas rispetto al fabbisogno stimato dall'Eni. In una nota del gruppo guidato da Claudio Descalzi viene spiegato per bene cosa accadrà nelle prossime ore: "A fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 milioni di metri cubi - si legge nella nota del gruppo guidato da Claudio Descalzi - Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto (con quantità effettive consegnate pressoché invariate rispetto ieri)". Il taglio delle forniture si fa sempre più alto e massiccio: Vladimir Putin ha cominciato a farci assaggiare un calo del 15%, poi alzato a una riduzione del 35 per cento del 16 giugno e ora porta la riduzione al 50 per cento di quanto ci serve.

 

L'Italia è l'ennesima vittima di questa guerra commerciale sul gas. Dopo aver tolto il metano a Polonia, Bulgaria e Finlandia e aver lanciato il diktat con la richiesta di pagamento in rubli a cui non si sono sottoposte Olanda e Danimarca, ora tocca a Germania, Austria e Italia che cosa si prova ad avere meno gas.

 

 

Intanto non si arresta la corsa del prezzo del contratto futures nel mercato di riferimento europeo, il Ttf di Amsterdam, che dopo l’apertura a 118 euro alle 8 del mattino dopo le 9 si era già portato sopra 123 euro (il 16 giugno ha toccato un picco a 148,99). L'Italia in questo momento si trova in uno stato di pre-allarme (early warning), il primo gradino di tre e prevede, per ora, un monitoraggio della situazione. Il secondo livello è lo stato di allarme e il terzo è l’emergenza.

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