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Ucraina, "rientrate subito": l'ordine di Biden ai veterani Usa, rischio-escalation

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Dagli Stati Uniti non sono arrivate solo armi e soldi in Ucraina. Sono infatti centinaia di uomini, spesso ex veterani, partiti per addestrare le forze ucraine e coordinare gli aiuti ai civili. Ancora sconosciuto il numero esatto, ma il New York Times parla di diversi cittadini americani prigionieri, almeno una ventina feriti. Alcuni sarebbero reduci da missioni in Afghanistan e Iraq, ma per l'amministrazione si tratta solo di civili che partono a loro rischio e pericolo. 

 

 

Non a caso alcuni funzionari della Difesa spiegano al Fatto Quotidiano che "secondo le linee guida del Dipartimento di Stato Usa, i cittadini, inclusi i veterani, non devono viaggiare in Ucraina e, se già nel paese, devono lasciare alla prima occasione sicura per farlo". La stessa minaccia del portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov (la Convenzione di Ginevra che protegge i prigionieri di guerra non si applica a "soldati di ventura" e non ha escluso il ricorso alla pena di morte ndr), ha destato alla Casa Bianca parecchie preoccupazioni.

 

 

Da qui l'appello Usa affinché tutti gli americani lascino il Paese. Il timore, oltre alle loro vite, è che si arrivi in fretta e furia a un'escalation. Già il Cremlino punta il dito contro quei Paesi che inviano aiuti militari, figuriamoci poi se dagli stessi Paesi arrivano combattenti pro-Zelensky. Al momento Biden ha stanziato 6,8 miliardi di dollari in aiuti e addestrano le truppe ucraine in Polonia e Germania. Nulla, crede la Casa Bianca, che ha a che vedere con l'invio di soldati sul fronte. Un gesto che costerebbe caro all'Occidente.

 

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