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Ucraina, "soldati russi fermi" per la prima volta in 133 giorni: cosa accade al fronte

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Mirko Molteni
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L'esercito russo conferma la propensione per un'avanzata lenta, frutto della diversa concezione tattica dei generali di Mosca. Già due giorni fa l'intelligence britannica segnalava che «in una settimana» le forze russe erano avanzate di 5 km. Ieri, gli esperti americani dell'ISW, Institute for the Study of War, hanno rilevato che «per la prima volta da 133 giorni, il 6 luglio la Russia non ha rivendicato alcuna conquista territoriale». 

L'ISW sostiene che «i russi conducono attacchi limitati e privi di successo su tutti gli assi». Tentativi definiti dall'ISW «coerenti con una pausa operativa russa, che non implica la completa cessazione delle ostilità». Questi piccoli attacchi russi potrebbero essere ricognizioni per saggiare le difese ucraine, mentre il grosso dell'esercito starebbe riprendendo fiato in attesa di riprendere l'avanzata.

 

La lentezza dei russi è stata così spiegata dall'esperto Andrea Margelletti, presidente del CESI (Centro Studi Internazionali) di Roma. «L'avanzata russa - ci ricorda- è molto lenta essenzialmente per due motivi. Il primo è, evidentemente, la resistenza armata opposta dalle truppe ucraine.

Il secondo è dovuto al fatto che l'esercito russo, pur modernizzatosi nei mezzi tecnici, non ha avuto un'evoluzione dottrinale come quelli occidentali. Attaccano ancora secondo il vecchio schema che prevedeva l'avanzata della cavalleria solo dopo un pesante fuoco di preparazione dell'artiglieria, con la differenza che rispetto a cento anni fa hanno sostituito la cavalleria coi carri armati». E ancora: «Più che di rullo compressore, poiché l'Ucraina è uno dei granai del mondo, si potrebbe dire, con un'immagine simbolica, che i russi avanzino come una mietitrebbia.

Hanno un numero enorme di cannoni, obici e razzi d'artiglieria, con i quali spianano tutto, senza riguardo per le vittime civili. Distruggono tutto davanti a loro, fanno un piccolo passo avanti di un paio di chilometri, poi riprendono a distruggere tutto e via dicendo».

CIRCOSPEZIONE
Alle osservazioni di Margelletti, si aggiunga inoltre la circospezione per evitare contrattacchi sui fianchi da parte degli ucraini, sebbene le ultime settimane abbiano logorato l'esercito di Kiev, che conta su numeri, in uomini e mezzi, inferiori a quelli del gigantesco "Orso". Non va poi dimenticato che i russi, come ogni esercito invasore, devono anche consolidare le conquiste nel Donbass e nel Kherson, per rendere sicure le retrovie. Fra le incombenze c'è la bonifica dalle mine.

 

Ieri, il viceministro della Difesa ucraino, Hanna Malyar, ha confermato che «la Russia sta sminando le acque dei porti di Berdyansk e Mariupol per riportarli al pieno funzionamento». Nel settore terrestre di Stanitsa Luganskaya, nel Lugansk, lo sminamento è affidato ai militi zappatori della repubblica filorussa di Lugansk, come un suo funzionario, Vitaly Kisilyov, ha riferito all'agenzia TASS. In vista dell'annessione, Mosca sta inoltre preparando una ricostruzione a modo suo, inviando insegnanti, operai e professionisti nel Donbass. Per l'intelligence di Kiev «a Pologivs Komu, nella regione di Zaporizhia, i russi costringono i cittadini ucraini a inviare i loro figli in scuole e asili con programmi russi e dove lavorano insegnanti provenienti dalla Russia. Se i genitori si rifiutano, l'amministrazione minaccia di allontanare i bambini dalle famiglie». Inoltre, il governatore della regione russa di Rostov, Vasilij Golubev, ha già annunciato la prossima costruzione di una nuova linea ferroviaria che collegherà Rostov alla Crimea passando attraverso il Donbass.

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