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Cina, 4 asintomatici a Wuhan? La scelta estrema del regime: cosa sta succedendo

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Quattro casi asintomatici di coronavirus e Wuhan, la città cinese da cui si è sparso il morbo, ripiomba nell'incubo lockdown. Tutti chiusi in casa, tutti i negozi e gli uffici serrati, tutto come la fine del 2019. Le autorità cinesi hanno disposto il confinamento di circa un milione di persone che vivono a Jiangxia - un sobborgo della città centrale della Cina dove è stato registrato per la prima volta il coronavirus - per via di quattro persone che sono risultate positive al virus. In questo modo Pechino dimostra di voler continuare la sua politica "zero Covid", sempre più spesso messa in discussione in Cina, utilizzando restrizioni di movimento e test su larga scala, piuttosto che trovare altri rimedi come le campagne vaccinali. Eppure, nonostante i suoi altissimi costi in termini sia economici, sia sociali, le autorità la ritengono però imprescindibile per evitare che le strutture sanitarie possano collassare di fronte a ondate troppo elevate di casi.

 

 

I residenti del distretto di Jiangxia di Wuhan erano già stati messi in lockdown rigidissimo dopo il primo focolaio a inizio 2020 mentre il mondo cercava di capire l'origine di questa misteriosa polmonite virale. Una chiusura che durò diversi mesi. Da allora c'è stato un piccolo focolaio ad aprile e alcuni casi sono stati segnalati nell'ultimo mese. Il fatto nuovo è la pubblicazione sulla rivista Science di due studi secondo i quali l'epidemia di covid è partita dal mercato dove si sono verificati alla fine del 2019 i primi contagi con passaggio del virus dagli animali vivi, in vendita, all'uomo. Tutte le ricostruzioni riconducevano al Huanan Seafood Wholesale Market di Wuhan, anche se "gli eventi a monte del mercato, così come le circostanze esatte all'interno mercato, rimangono oscuri", precisano i ricercatori.

 

 

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