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Generale Bertolini: "La sopravvivenza fisica dell'Europa non è certa"

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"Il rischio nucleare c’è sempre stato, ma ora aumenta ancora di più": a lanciare l'allarme dopo il discorso di Putin è il generale Marco Bertolini. Che, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha spiegato: "In Ucraina la Russia ha obiettivi che percepisce come vitali per la propria sicurezza e non si concederà di perdere la Crimea o il contatto col Mar Nero". Secondo l'ex comandante del Comando operativo del vertice interforze e della Brigata Folgore, ciò che spaventa di più è l'incertezza: "È possibile tutto, ecco cosa fa diventare pericoloso questo momento".

 

 

 

Gli scenari, però, potrebbero essere due, a suo avviso. Il primo è quello di un "Afghanistan europeo", con un conflitto che andrà avanti per anni; il secondo invece prevede un'escalation, se le parti coinvolte decideranno di rinunciare a qualsiasi tipo di tregua. Il generale Bertolini parla di "un segnale verso l’incontrollabile, perché tutte le guerre iniziano da un’escalation verbale. Poi c’è il casus belli e l’inizio dell’ostilità". 

 

 

 

Sulla decisione di Putin di annunciare la mobilitazione parziale, invece, l'esperto ha detto: "Forse c’è lo scorno della sconfitta subita sul terreno. Ci sarà anche chi lo spinge a questo atteggiamento tattico per ottenere risultati di carattere psicologico". In ogni caso, la mobilitazione non avverrà subito: "Bisogna tener conto dei tempi lunghi di una mobilitazione: gli uomini vanno prima richiamati, poi concentrati, poi addestrati e armati. Solo una volta pronti, vengono mandati in missione. Dunque ci vorranno dei mesi, sul campo non si vedranno certo dei risultati domani". Infine un appello: "Bisognerebbe abbassare i toni, l’Europa non sta giocando con la sua economia, ma con la sua sopravvivenza fisica".

 

 

 

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