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Sergei Lavrov minaccia Usa e Ue: "Dittatura, giocano con il fuoco"

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Sergei Lavrov interviene all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri russo lancia pesanti minacce e accuse. Nel mirino, ancora una volta, l'Occidente. La sua colpa? Essere dominato da una "russofobia grottesca e senza precedenti" e possedere l'unico scopo di "distruggere" la Russia. Per l'occasione il capo della diplomazia di Mosca ha anche difeso i referendum per l'annessione dei territori occupati dell'Ucraina, le cui popolazioni "rivendicano la terra in cui i loro antenati hanno vissuto per centinaia di anni".

 

 

Poi ecco che i duri attacchi sono indirizzati agli Stati Uniti, che "proclamandosi vincitori della Guerra fredda si sono presentati come emissari di Dio in Terra, senza alcun dovere ma con il sacro diritto di agire impunemente, ovunque e in qualsiasi momento". Il riferimento di Lavrov è al caso "Taiwan", dove Washington - a suo dire - "gioca con il fuoco" e cerca di "soggiogare" anche l'Asia.

 

 

Toni accesi anche verso le sanzioni promosse dagli Stati Uniti in risposta all'invasione dell'Ucraina. Secondo Lavrov, gli Usa "stanno cercando di trasformare l'intero mondo nel loro cortile di casa": si tratta di "una pura dittatura". Da qui la minaccia finale, prima agli Stati Uniti: "Ora sono parte del conflitto" in Ucraina, poi all'Ue che sta diventando "un'entità dura e dittatoriale".

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