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Belgorod, il sottomarino russo terrorizza l'Occidente: "Dove si trova ora"

Marco Brianza
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La NATO rivive il film Caccia a Ottobre Rosso (1990) in cui Sean Connery impersonava l'ammiraglio sovietico Marko Ranius, al comando di un sottomarino nucleare. Cinema a parte, Stati Uniti e alleati cercano di sorvegliare le mosse del sottomarino russo a propulsione nucleare K-329 Belgorod, che si appresterebbe, secondo l'intelligence dell'alleanza atlantica, a effettuare collaudi dell'arma più devastante creata dall'uomo. La NATO segnala il Belgorod nel Mare di Kara, presso le coste artiche della Russia. Sarebbe la prima missione importante del Belgorod, entrato in servizio appena nel luglio 2022, nonostante fosse stato messo in cantiere nel 1992, appena crollata l'URSS, e sospeso nel 1997 per mancanza di soldi. Vladimir Putin decise nel 2001 di riprenderne la costruzione, pur ritardata da tante modifiche, soprattutto l'allungamento dello scafo dagli originari 154 a ben 184 metri, il che ne fa il sottomarino più grande del mondo, con un dislocamento di 30.000 tonnellate in immersione.

 

 

 

 

UN ARSENALE A BORDO - Varato nel 2019, dopo le prove di mare il Belgorod è infine operativo da pochi mesi. Può navigare in immersione per 4 mesi con 110 uomini. Soprattutto, può portare da 4 a 6 mega-siluri robot Status 6 Poseidon. La NATO teme proprio che il Belgorod sperimenti nell'Artico il lancio di quest' ordigno subacqueo, lungo 24 metri e in grado, grazie a un reattore nucleare, di navigare negli abissi per 10.000 km, spingendosi fin sotto le coste dell'America.
Il Poseidon, che i russi chiamano anche con l'asettica sigla Okeanskaja Mnogozelevaja Sistema, cioè "Sistema Oceanico Multimpiego", monta un'arma nucleare della potenza stimata da alcuni in 100 megatoni, cioè il doppio dell'atomica più potente mai esplosa. Vicino agli USA, il mega-siluro potrebbe esplodere causando un maremoto artificiale. Parliamo di un'ondata di tsunami, mai vista in natura, alta 500 metri, in grado di spazzar via città e rendere inabitabili le coste con cobalto radioattivo.
Il concetto di tale siluro fu concepito già nel 1961 da uno dei padri dell'atomica sovietica, lo scienziato, poi divenuto dissidente, Andrej Sacharov.
Nelle sue memorie, Sacharov scrisse d'averne informato il contrammiraglio Pyotr Fomin della flotta sovietica: «La distruzione dei porti con un'onda d'urto scatenata da un siluro con carica di 100 megatoni avrebbe causato un gran numero di vittime. Discussi il progetto col contrammiraglio Fomin. Egli fu scioccato dall'atrocità del progetto e fece notare, in una conversazione con me, che i marinai militari erano abituati a combattere avversari armati in battaglia ma che l'idea di un simile massacro lo ripugnava.
Mi vergognai e non discussi più con nessun altro della mia idea».
Sempre nel 1961 i sovietici avevano fatto scoppiare sull'isola Novaja Zemlja la più potente bomba nucleare di sempre, da 57 megatoni. Ma i sovietici ne avevano dimezzato la potenza con un guscio al piombo, senza il quale la forza reale sarebbe stata di 100 megatoni. Lìodierno siluro è molto più grande di quella bomba di 60 anni fa, ed è plausibile che vi trovi posto, oltre agli apparati propulsivi, una testata simile. Le fonti NATO, per non creare panico, tendono a stimare il Poseidon a "soli" 2 o 10 megatoni, ma è probabile che sia di 100, potenza già raggiungibile con la tecnologia di 60 anni fa, figuriamoci con quella odierna.

 

 


 

PROGETTO SAKHAROV - Non si sa quando il progetto interrotto da Sacharov sia stato ripreso. Forse avvenne dopo il 2002, in risposta al ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal trattato ABM che limitava le difese antimissile. Dopo che Washington ebbe stracciato quel trattato, inseguendo difese antimissile senza limiti per ottenere un'illusione d'impunità che minava l'equilibrio della deterrenza, Mosca reagì. In effetti, far passare atomiche dagli abissi marini permette d'aggirare le difese antimissile USA, rivolte verso vettori volanti. Il primo prototipo del Poseidon fu sganciato nel 2016 dal sottomarino B-90 Sarov. La nuova arma fu dichiarata da Putin nel 2018, ma forse non era ancora operativa. Oltre al Sarov e al Belgorod, i russi conteranno presto su nuovi sottomarini adatti al siluro dell'Apocalisse, cioè due unità classe Khabarovsk in costruzione. La CIA pensa inoltre che l'ordigno possa essere lanciato in segreto anche dalla nave oceanografica Zvezdochka e dalla nave intelligence Yantar. 

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