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Nobel per la Pace 2022 all'attivista bielorusso Ales Bialiatski: "pizzino" per Putin?

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Il Premio Nobel per la Pace 2022 è stato assegnato all'attivista bielorusso Ales Bialiatski e a due organizzazioni umanitarie, una russa e una ucraina, rispettivamente Memorial e Center for Civil Liberties. A dare l'annuncio oggi, venerdì 7 ottobre, il Comitato per il Nobel a Oslo, in Norvegia. I membri del Comitato hanno scelto di premiare un attivista e due organizzazioni che si battono per i diritti umani in Bielorussia, Russia e Ucraina in onore dell' "impegno in difesa dei diritti umani e del diritto di criticare il potere, di difesa dei diritti dei cittadini per i diritti dei cittadini e contro gli abusi di potere, per aver documentato crimini di guerra".

 

 

 

Ales Bialiatski è stato uno degli iniziatori del movimento democratico emerso in Bielorussia a metà degli anni '80. Ha dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e dello sviluppo pacifico del suo Paese d'origine. Per questo è stato arrestato più volte ed è attualmente ancora in carcere, senza processo da due anni. "Nonostante le enormi difficoltà personali, Bialiatski non ha ceduto di un centimetro nella sua lotta per i diritti umani e la democrazia in Bielorussia". La presidente del Comitato Chair Berit Reiss-Andersen ha spiegato, nel suo annuncio, che i premiati sono "tre eccezionali difensori dei diritti umani, della democrazia e della coesistenza pacifica nei paesi vicini Bielorussia, Russia e Ucraina". Inoltre, ha aggiunto che "il Premio Nobel per la pace non è contro Vladimir Putin, ma in favore del rispetto dei diritti civili". Dettaglio questo non di poco conto, se si considera che l'attivista premiato si batte proprio contro il regime bielorusso guidato dal presidente Aleksandr Lukashenko che - ricordiamo - è un fedele alleato di Putin, anche e soprattutto nell'invasione dell'Ucraina.

 

 

 

L'annuncio è arrivato dopo una lunga valutazione che riguardava ben 343 candidati, di cui 251 individui e 92 organizzazioni di vario tipo. I loro nomi non sono ancora stati diffusi e non lo saranno ufficialmente prima che siano trascorsi 50 anni, come prevede il protocollo del Premio Nobel. Secondo indiscrezioni, però, nella lista ci sarebbero stati anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, l’oppositore politico di Putin in Russia Alexey Navalny e diversi attivisti per il clima tra cui Greta Thumberg, leader del movimento per il clima "Fridays For Future". 

 

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