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Nord Stream, "grazie per il sabotaggio": il tweet inchioda gli Usa?

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Cosa è successo davvero al Nord Stream? Poche notizie sono trapelate sul sabotaggio del condotto. Il team svedese che ha compiuto le prime ispezioni non ha rivelato nulla. Silenzio anche da parte degli Stati Uniti. Insomma, a quasi due settimane dalle esplosioni che hanno danneggiato tre delle quattro condutture del Nord Stream 1 e del Nord Stream 2, tutto ancora tace. Per ora circolano solo ipotesi.

 

 

 

L'ispezione sul posto non è stata immediata. È stato necessario aspettare ben dieci giorni per via del gas che si era accumulato attorno alle condutture dopo l'esplosione. Sarebbe stato molto pericoloso avvicinarsi a quell'area in tempi rapidi. Quando le perdite sono cessate, dopo aver sprigionato una quantità spropositata di gas serra, le autorità svedesi hanno avuto la possibilità di intervenire. Peccato, però, che nel primo comunicato dopo l'ispezione, la procuratrice Mats Ljungqvist si sia limitata a dire che c'è stato un sabotaggio e che le prove raccolte saranno presto analizzate. Niente di più. Le ipotesi su chi potrebbe aver provocato le esplosioni, come spiega il quotidiano Domani, sono tre: l'operazione potrebbe essere stata compiuta da aerei, da un sottomarino oppure da un battello "travestito" da nave civile. In questi ultimi due casi sarebbe molto più difficile risalire ai responsabili. 

 

 

 

Subito dopo il fatto, tra l'altro, sono partite accuse incrociate tra Russia e Stati Uniti. E ha fatto discutere - come spiega Davide Maria De Luca sul Domani - un tweet, poi rimosso, di un ex ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, che avrebbe ringraziato apertamente gli americani per il sabotaggio. Al momento Sikorski è all'opposizione del governo polacco ed è stato molto criticato per le sue parole. L'ex ministro, però, non sarebbe stato l'unico a puntare il dito contro Washington. Anche l'economista americano Jeffrey Sachs lo avrebbe fatto, senza però fornire delle prove. 

 

 

 

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