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Cop27, follia ecologista: ci tocca risarcire i danni climatici a chi inquina di più

Maurizio Stefanini
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È la Cina il primo emissore globale di Co2: nel 2017, 9.838.754.028 tonnellate. Dopo gli Usa, con 5.269.529.513, terza è l'India, con 2.466.765.373. E quarta la Russia, con 1.692.794.839. Ma né, Xi Jinping, né Modi, né Putin saranno alla 27esima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in Egitto: la conferenza Cop27 di Sharm el Sheikh, che parte oggi. A differenza di Biden, malgrado le Mid Term a immediato ridosso. E ci sarà anche Giorgia Meloni, che potrebbe tenere un incontro bilaterale con il presidente dell'Egitto Abdel Fattah al Sisi. Assenze tanto più significative, in quanto i 30.000 partecipanti dovranno discutere non solo di surriscaldamento globale, emissioni nocive e modalità per far fronte ai cambiamenti climatici, ma anche di una proposta di compensazione dei Paesi più ricchi ai più poveri e vulnerabile a cambio climatico. Si parla di almeno 340 miliardi di dollari all'anno, secondo la stima del Programma Onu per l'Ambiente. Sono oltre oltre 12 volte i 29 miliardi effettivamente arrivati nel 2020, e tre volte e mezzo i 100 miliardi che erano stati promessi nel 2009 a partire dal 2020, e che probabilmente saranno raggiunti nel 2023.

 

 

 

PARADOSSI

Un paradosso è che il primo ministro indiano non c'è, ma l'India si pone alla testa del fronte dei Paesi che bussa alla cassa, rimproverando ai Paesi più ricchi i ritardi negli aiuti promessi. Nel dossier sono i finanziamenti per la transizione energetica, i costi dell'adattamento ai cambiamenti climatici già provocati e la compensazione dei danni. Secondo l'Onu, Tra il 2000 e il 2020 sono stati registrati 7.348 disastri naturali che hanno coinvolto oltre 4 miliardi di persone, con 2.970 miliardi di dollari di perdite economiche. E nel conto non stanno ad esempio le ultime alluvioni che un mese fa in Pakistan hanno fatto oltre 1.700 vittime, 33 milioni di sfollati e circa 40 miliardi di dollari di danni, con un impatto sul Pil che sarà del -5% nel 2022 e del -2% nel 2023. Ma l'India ottiene dal carbone il 70% della propria elettricità, e in pratica vuole che gli paghino le spese per la propria transizione: 220 miliardi di dollari all'anno!

Sull'adattamento, «l'azione è rallentata, e bisogna dare un segnale. E dobbiamo cominciare la discussione sulla finanza per il loss & damage», ha avvisato alla vigilia della Conferenza di Sharm el-Sheikh il rappresentante speciale egiziano, Wael Aboulmagd. Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, presidente designato della Conferenza, ha fatto sapere che l'obiettivo dell'evento è passare dalla negoziazione e pianificazione alla realizzazione degli obiettivi posti nelle passate edizioni. Durante la Cop26 di Glasgow, i partecipanti si erano impegnati ad accelerare la riduzione di combustibili fossili e di emissioni di carbonio.

 

 

 

TEMPERATURA

Nel Glasgow Climate Act, i firmatari avevano stabilito di contenere l'aumento medio della temperatura terrestre entro 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, a ridurre del 45% le emissioni di CO2 entro il 2030, ad approvare e adottare i meccanismi dell'accordo di Parigi e a raddoppiare le misure finanziarie a sostegno dell'adattamento climatico. I Paesi partecipanti si sono poi impegnati ad aggiornare i piani nazionali con obiettivi più ambiziosi. Tuttavia, finora solo 24 Paesi su 193 hanno presentato i loro piani alle Nazioni Unite. «I governi nazionali devono rafforzare ora i loro piani d'azione per il clima e attuarli nei prossimi otto anni», ha messo in guardia Simon Stiell, segretario esecutivo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, durante un briefing con la stampa la scorsa settimana.

Anche il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto accompagnerà Giorgia Meloni. Lo rende noto il ministero secondo cui «nel quadro dell'azione multilaterale di contrasto al riscaldamento climatico, l'Italia svolge tradizionalmente un ruolo particolarmente attivo e costruttivo». Inoltre il ministro «tornerà a Sharm el Sheikh dal 13 al 14 novembre per presenziare all'apertura del segmento ministeriale dei lavori, al fine di dare impulso ai negoziati sui diversi dossier in discussione e per partecipare sia ad alcune importanti attività organizzate dalla Presidenza egiziana, sia ad altrettante iniziative che si svolgeranno presso il Padiglione Italiano». La presenza alla Cop 27 del Premier Meloni e del Ministro Pichetto, dice sempre il ministero, «confermano il ruolo attivo del nostro Paese su tutte quelle tematiche che, in piena sintonia con i nostri Partner europei, si ritengono di elevata priorità nel quadro delle azioni per contrastare il riscaldamento del pianeta». 

 

 

 

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